Leggo sul Giornale di Vicenza di mercoledì 2 novembre, che il Presidente del Senato della Repubblica Italiana, Pietro Grasso, sarà sabato 5 novembre a Rosà e “raggiungerà Villa Zanchetta per un incontro con i ragazzi del Magnifico Consiglio” e più tardi “renderà onore ad un’iniziativa della famiglia Zanchetta che, nell’ottobre del 1866, ha messo a dimora una pianta lungo l’argine della roggia Rosà che scorre a sud del parco della villa. In questo modo i baroni Zanchetta vollero festeggiare l’unificazione del Veneto all’Italia”
Commovente, veramente commovente…
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana non sfuggirà che nella Sua Terra, la Sicilia, solo qualche settimana prima, nessuno aveva voglia di piantare alberi per festeggiare l’arrivo degli italiani … anzi … nel settembre del 1866 venivano massacrati, ripeto massacrati, migliaia di siciliani che protestavano contro l’annessione al Regno d’Italia, contro i nuovi padroni che sventolavano il tricolore …
E un grande siciliano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, qualche anno prima, nel suo capolavoro “Il Gattopardo” descrive così l’annessione della Sicilia al Regno d’Italia:
“Alla folla invisibile nelle tenebre annunziò che a Donnafugata il Plebiscito aveva dato questi risultati:
Iscritti 515; votanti 512; “si” 512; “no” zero.” Eppure Ciccio Tumeo assicura:
“Io, Eccellenza, avevo votato no. No, cento volte no.” E più avanti:
“E quei porci in Municipio s’inghiottono la mia opinione, la masticano e poi la cacano via trasformata come vogliono loro. Io ho detto nero e loro mi fanno dire bianco!”
Nella Sua Terra, Egregio Presidente, tanti e tanti siciliani NON hanno festeggiato l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia… in questa Terra, tanti e tanti veneti NON hanno affatto festeggiato, NON festeggiano e NON festeggeranno mai l’annessione della gloriosa Serenissima all’espressione geografica chiamata Italia.
Ettore Beggiato
Autore di “1866: la grande truffa”.
I veneti , se sono davvero decisi e motivati nei loro propositi, possono sempre iniziare una diffusa e incisiva protesta fiscale generale.
Magari versando il 10% del richiesto, o non versando affatto.
Quanti contribuenti ci siano in Veneto io non lo so.
Ma se anche il 50% protestasse, molte cose cambierebbero anche nel resto della penisola.
E’ vero , se il dottor Grasso invece di occuparsi con tanta costanza ed anche certamente con tanto utile,della Repubblica Italiana avesse pensato alla sua Sicilia,certamente avrebbe fatto cosa santa e buona oltre che dare dimostrazione di buon senso e di vero amor di Patria :è un siciliano o non lo è ?
Perciò andare a bella posta in Veneto per ricordare la pianta messa a dimora dal barone Zanchetta mi sembra esagerato e fuori luogo anche perchè tra viaggio,scorta e quanto altro ci sarà da pagare una bella sommetta e questa non la pagheraà nè il dottor Grasso,nè il barone Zanchetta .
Perchè non si può almeno stare zitti evitando di aggiungere retorica a retorica ?
Giovanni
Infatti, da quando quello stronzo Garibaldi era arrivato nella Sicilia ai bradi di ‘evviva l’Italia! evviva l’Italia!’, i Siciliani credevano che l’Italia era la moglie del Garibaldi, e che i Piemontesi, professori di italiano arrivati, parlavano l’inglese
A noi ci manca tanto Rodolfo Graziani, meno biforcuto di tanti taliani del giorno d’oggi.
Tuttavia gli occupanti sono sempre dolci con le loro vittime, gli occupati. Sottomessi e costretti a PAGARE SEMPRE.
Fortuna che sta scritto che l’italia e’ democratica e che rispetta i diritti umani (degli invasori si) se no o altrimenti altro che la DDR. Altro che la Corea del N.
Chiedo sempre: dov’e’ l’intellighenzia veneta..?
R: dove vuoi che sia, con l’occupante.
Preghiamo
Questa espressione geografica chiamata Italia non ha senso. Eppure va avanti alla grande. Qualsiasi cosa succeda ci sarà sempre e non crollerà mai. Auguri Italia. Complimenti per l’articolo