Poco da dire: il CSB lavora benone! Stavolta all’hotel Carpenada di Belluno, con accesso libero, si presentava il risultato di un esaustivo lavoro della fondazione Montagne Italia su come si viva in montagna. La platea solo di pochi amministratori e qualche addetto ai lavori. Ed era un giorno di pioggia. Chissà? Forse la concomitanza con l’imperdibile mercato settimanale del capoluogo!
Molto interessante l’analisi che dovrebbe essere messa a disposizione sul sito del CSB. Resta impressa tra le slide geografiche l’autostrada simbolica che dalla pianura sfonda il Trentino Alto Adige- Sud Tirol in termini di competitività, opportunità di business, permanenza dei giovani nel territorio, internet: i vicini di casa primeggiano in tutto ed azzerano il dislivello con la pianura Padana e le metropoli. Noi dolomitici, invece, siamo come in Calabria, Abruzzo, Molise. Forse peggio del meridione in termini di sviluppo di accoglienza e turismo!
Ho apprezzato il senatore Piccoli che analizzando il “caso agordino” notava come in questa comunità vi siano delle ottime attrattive turistiche, una consolidata realtà industriale, una viabilità accettabile, così come l’offerta formativa. Eppure la gente scappa. Perché? Non si trova il modo di far sentire proprio il territorio alla gente, è la risposta. Ed allora? Serve un nuovo modello di vita in montagna. Il dott. Lo Bianco della Fondazione Montagne Italia suggeriva di sorpassare il modello eroico “di quello che resta contro tutto e tutti” per un modello “smart” fatto di scelta, dove la stessa sia agevolata dalle opportunità che devono essere competitive con quelle della pianura. Dalla banda larga web passa molto di questo modello. Ed ancora la proposta di un turismo ed un mercato globale che si basi sull’esperienziale: bisogna saper vendere la qualità di vita che abbiamo qui.
E quindi? Davvero tutto passa per una nuova collocazione di marketing e consapevolezza per i residenti e per gli acquirenti? Davvero una pressione fiscale al 70% per le PMI non incide? Davvero devolvere all’Italia 800 milioni di euro ogni anno dei 2 miliardi di tasse che paghiamo (solo per la nostra provincia) non incide? Davvero essere incu…neati tra due regioni a statuto speciale sempre più forti con l’Austria a nord non incide?
La sindrome di Stoccolma in salsa italica dei relatori si è palesata in tutto la sua drammaticità.
Siamo sempre noi a dover fare di più. Sempre meglio. Siamo sempre noi a non saper cogliere le opportunità. Siamo noi che non sappiamo far turismo ed abbiamo bisogno del consulente romano che ci conosce perché “se fa certe scarpinate d’estate per raggiunge li nostri rifuggi… che nun te lo dico!”. Sostenuto in questa panzana da chi ci rappresenta nelle istituzioni statali e locali. L’alternativa prevista dalle leggi internazionali di auto-determinarci come popolo non si considera.
Alzare la testa per scrutare l’orizzonte delle opportunità legali e pacifiche resta esercizio utopico, per ora. Anche per questo voglio l’Italia fuori dal Veneto e dalle Dolomiti quanto prima!
Massimo Vidori
1° Consigliere Nazionale Indipendenza Veneta