Poteva mancare la voce di Fausto Bertinotti? “Ho ben presente il lato oscuro del castrismo. Noi contestammo le condanne a morte e per un periodo sospendemmo i rapporti. Ma non dimentichiamo il resto”. Fidel Castro è morto. Aveva 90 anni, 12 in più della speranza media di vita di un cubano. Nei giornali di domenica la notizia ha avuto un risalto enorme: in alcuni casi si sono superate le 10 pagine. Hanno nettamente prevalso i commenti parzialmente o totalmente assolutori, e uno dei sostantivi associati con più frequenza a questa persona è stato “eroe”.
Ma quale eroe costringe i supposti beneficiari del suo eroismo a oltre mezzo secolo di dittatura, facendosi da parte solo per motivi di salute e lasciando le redini (almeno formalmente) al fratello minore? Come si fa a considerare quell’uomo null’altro che uno dei tanti dittatori del XX secolo?
Non che tutto questo mi abbia stupito: con i tiranni che si ispiravano al socialismo c’è sempre stata una certa indulgenza, quando non vera e propria ammirazione, da parte di coloro poi che vanno riempiendosi la bocca del termine democrazia in qualsivoglia tipo di conversazione. Ovviamente non mi stupisce che un vetero-comunista come Fausto Bertinotti si sia commosso, ammettendo, sì, che Fidel perseguitò dissidenti, oppositori e anche chi non era in linea con il suo codice morale, per esempio gli omosessuali.
Salvo, come sempre in questi casi, tirare fuori la sanità e la scuola:“Sembra rituale ripeterlo, ma assicurare eguaglianza, scuola e sanità per tutti fu un atto unico. Cuba sotto Castro non è stato il migliore dei mondi possibili, ma certo è stato un combattimento per diventarlo”. Beh, Cuba non solo non è il migliore dei mondi possibile, ma quello che Bertinotti definisce “combattimento per diventarlo” non ha avuto altro esito che combattere la libertà dei cubani. Molti dei quali evidentemente non condividevano il parere di Bertinotti, dato che mettevano a rischio la loro vita pur di scappare da quel mondo.
Almeno tutti questi rivoluzionari da salotto tacessero davanti all’evidenza.
La quantità di parole di ogni genere, pro e contro Castro, pronunciate per la sua morte, è direttamente proporzionale soltanto all’assenza dell’idea di Libertà che ha reso e mantiene schiavi inconsapevoli, miliardi di persone in ogni angolo della terra. Cuba compresa.
Come mai i migranti , che “scappano da regimi dittatoriali” sono santi e i cubani fuggiti in florida no ?
bella domanda!