L’improvviso ritiro, con decreto presidenziale, della banconota di maggior valore del Venezuela (100 bolivar, 2 centesimi di euro) e il ritardo nell’arrivo di nuovi tagli hanno provocato oggi numerose manifestazioni in questo Paese caduto in una profonda crisi economica, alcune delle quali sono sfociate in violenze e tentativi di saccheggi. “Le nuove banconote non arrivano”, ha denunciato su Twitter Henry Ramos Allup, presidente del Parlamento controllato dall’opposizione di centro-destra.
A Maracaibo, la seconda città più grande del Venezuela, gruppi di persone che protestavano contro la mancanza di liquidità si sono scontrati con la polizia lanciando pietre. A Maturin, capitale dello Stato di Monagas (Est), decine di persone hanno espresso la loro rabbia, costringendo la polizia a chiudere uno dei principali viali cittadini.
Sulla città costiera di Puerto la Cruz (Est), “la gente è insorta perché voleva ritirare i soldi dalla banca e non ha potuto farlo”, ha dichiarato Genesi, dipendente di un panificio in città. “Per calmare la folla, la polizia ha sparato in aria e tutti si sono allontanati. A quel punto hanno ordinato di chiudere i negozi”, ha aggiunto, rifiutandosi di fornire il suo cognome per paura di rappresaglie. A Santa Barbara (Ovest), i media locali hanno riferito che un gruppo di persone ha cercato di assalire un camion che trasportava denaro. Gli autisti hanno sparato sulla folla, ferendo quattro persone.
E il presidente Nicolas Maduro che bugie racconta per difendere il decreto? “Ci sono più di 300 miliardi di bolivar in contanti in mano alle mafie dirette dalla Colombia e anche dal Brasile, fa parte tutto del golpe economico.” Con queste (e altre) parole, il presidente venezuelano ha deciso di scimmiottare il primo ministro indiano, che lo scorso 8 novembre, con una mossa a sorpresa, ha messo fuori corso le banconote da 500 e 1.000 rupie, ufficialmente per “contrastare l’economia sommersa”.
Maduro ha deciso di mettere fuori corso le banconote da 100 bolivar, per contrastare le mafie estere, accusate di golpe economico. Premesso che se ci sono tante banconote in giro è perché la banca centrale ne stampa in gran quantità per adeguarsi al volere dello stesso Maduro, questa mossa non è altro che un tentativo di controllare la (e, in ultima analisi, disporre della) proprietà dei venezuelani. Non mi stupirei se anche questo provvedimento peggiorasse le già pessime condizioni di vita dei venezuelani e dell’economia locale, come i fatti di cronaca dimostrano.
Il vero golpe economico lo si deve al socialismo chavista, che Maduro pratica in modo ancor più dannoso del suo predecessore e mentore.
AGGIORNAMENTO DEL 18 DICEMBRE 2016
Dopo gli scontri in tutto il paese e la morte di almeno 3 persone, il governo venezuelano ha esteso fino al prossimo 2 gennaio l’uso della banconota da 100 bolivar, dopo che l’annuncio del suo ritiro ha scatenato dimostrazioni e saccheggi. Si tratta della banconota più diffusa e il ritiro in assenza dell’annunciato rimpiazzo con quella da 500 bolivar avrebbe lasciato molti venezuelani senza liquidità.
Il presidente Nicolas Maduro, parlando alla tv, ha detto che il taglio da 100 avrebbe dovuto cessare di essere utilizzato solo dopo l’introduzione sul mercato della banconota da 500 bolivar, ma che quest’ultima non è stata distribuita perché gli aerei che trasportavano i biglietti SOno stati oggetto di “sabotaggi”. Maduro non ha dato dettagli su questo presunto complotto, ma ha annunciato che per qualche giorno il taglio da 100 bolivar sarà ancora legale, in attesa che vengano messe a punto “le nuove logistiche” per la distribuzione delle nuove banconote.
Il costo della carta usata per la banconota è maggiore del suo valore nominale.
Sono le risorse del socialismo.
Quelle risorse e quei risultati che i socialisti stessi festeggiano con orgoglio quando dicono a sé stessi il famoso detto : “hasta la miseria , siempre !”