Alla presenza del sindaco Cristiano Montagner e dell’assessore alla cultura Gianluca Donanzan e con una ventina di appartenenti al Primo reggimento Veneto Real in divisa, si sono ricordati, in occasione del 220° anniversario, i cinque abitanti di Mussolente trucidati dalle truppe napoleoniche comandate dal Generale Andrè Massena.
Era per la precisione il il 2 febbraio 1797 e cinque contadini che avevano avuto il coraggio di difendere le loro povere cose vengono passati per le armi. Sono Orso Baldissera di anni 33, Giuseppe Fontana, 34, Francesco Guadagnin,60, Andrea Polo, 48, e il figlio Sgualdo appena diciottenne.
Dopo aver depositato una corona d’alloro e aver reso omaggio ai caduti con un picchetto d’onore del Veneto Real comandato da Alberto Montagner, il sindaco ha sottolineato l’importanza di ricordare un momento così importante nella storia della comunità e dell’importanza di ricordare i caduti di tutte le guerre; Ettore Beggiato ha poi ricordato come la resistenza dei veneti all’armata napoleonica sia stata particolarmente importante sia nel primo periodo di dominazione francese , che soprattutto nel secondo quando culminò nell’insorgenza veneta del 1809 che portò alla nascita, nel nome di San Marco, di un governo provvisorio a Schio.
Particolarmente soddisfatto della felice riuscita dell’iniziativa si è dichiarato il promotore Alessandro Baggio, che ha sfilato con la divisa della Serenissima, auspicando che questo omaggio alle vittime diventi un appuntamento fisso, coinvolgendo le scuole e collocando una lapide con i nomi dei caduti.
Hanno fatto benissimo a Mussolente. Ed è anche ora che si riveda la figura di Napoleone . A me pare che tutte le Rivoluzioni “popolari” si concludono con un nuovo Imperatore o una Dittatura. Il popolino viene trascinato, costretto alle guerre. Quanto ai Francesi non dimenticate che sul fronte italiano ne sono morti oltre 10 mila , nella guerra 15-18, alleati d’Italia. Ma ripeto…il popolino è costretto a far la guerra e non gliene frega niente….anzi!
Dopo 60 anni, ho riletto ieri la poesia Sant’Ambrogio di Giuseppe Giusti: a 15 anni non avevo mica capito quanto era profonda. Rileggetela anche voi
Qui a Verona si commemorano le ” PASQUE VERONESI” che videro i veronesi insorgere contro i francesi.
Sul lato destro di PORTA NUOVA entrando in città c’è una targa commemorativa con tutti i nomi, date di nascita e mestieri di coloro che furono fucilati dai francesi perché rei di difendere la propria patria Veneta.
Ettore Baggio racconta dettagliatamente su uno dei suoi libri le insorgenze nel Veneto contro i francesi che furono molte e che videro morti e feriti con assalti talvolta delle municipalità rette da collaborazionisti giacobini che parteggiavano per i francesi portatori di ” libertà e morte” !!!!!
WSM
Brava Caterina!
Se voi Veneti volete fare qualcosa per il Veneto non c’è – a mio avviso – che una strada. Nelle scuole si insegna storia “italiana” (quella che segue piú o meno la falsariga “Roma antica > barbari > il papa che salva la futura “Italia” > ancora guerre coi barbari > rinascimento (ovviamente cattolico) [omissis] > Regno di Sardegna > “Risorgimento” > Italia.). Ecco, accanto e parallelamente a questa “versione vaticano-savoiarda” si dovrebbe introdurre l’insegnamento della (vera) Storia della Repubblica di Venezia: realtà storica totalmente a sé stante. Basti a pensare all’immagine del Doge Foscari inginocchiato davanti al Leon di San Marco nel bassorilievo sopra la Porta della Carta in piazza San Marco. Un’immagine unica – sul piano simbolico e concettuale – in tutta la storia italica.
Penso quindi che quella di Venezia sia l’unica storia “in area peninsulare” che meriti di essere veramente studiata: in tutti i settori, da quello strategico-militare (Lepanto! e non solo…) a quello culturale (musica, pittura, architettura). Fino a quando i Veneti non capiranno di avere una loro “grande” ed esclusiva Storia ( a differenza delle restanti ‘storie’ italiche (Granducato di Milano? Toscana? Stato pontificio? Savoia?) e non torneranno a studiarla non potranno capire da dove vengono e dove devono quindi andare.
È pertanto dalle scuole che dovrete (ri-)partire. Dite a Zaia di introdurre corsi obbligatori di Storia veneziana, al posto dei costosi quanto inutili corsi di italiano per analfabeti d’importazione…
l’ignoranza è enorme e anche brave persone, perché non si può dire che Zaia non lo sia, se hanno scranni da salvaguardare non hanno interesse alla vera cultura, ma a quella asservita allo stato dominante, purtroppo!
è la strategia di ogni potere consolidatosi esclusivamente con la forza e l’inganno… che, a dire il vero, tutti i popoli della penisola hanno subito… ma, ha ragione Lei, la storia vera è continuamente occultata per generazioni e generazioni… per questo l’Italia è fragile, anzi fragilissima… perché, come affermava Metternich, è solo un’espressione geografica.
questi sono veri patrioti, altro che i rossi nostrani che nelle forre delle montagne del nord est, Cansiglio in testa, infoibarono migliaia di nostri concittadini veneti in quella che poi fecero passare per Resistenza, e invece fu solo guerra civile, alla fine della seconda guerra mondiale… peggio di quelli dell’ISIS si comportarono, con la speranza di far estendere il regime di Tito… ciechi e venduti a ideologie folli!
Troppe tragedie ha vissuto il nostro Veneto…. è ora che risorga e si prenda in mano le sorti della nostra terra… L’Indipendenza da Roma nella primavera del 2014 l’abbiamo già dichiarata… ora dobbiamo arrivare attraverso i riconoscimenti internazionali a poterla concretamente esercitare! speriamo presto.. e sarà finalmente Libertà!
par tera…par mar…San Marco!