“Mia moglie è stata una vera compagna di lavoro una collaboratrice preziosa. Lo stesso vale per i miei figli. Quello che abbiamo fatto insieme è dichiarato e legale. Mi rendo però conto che sul piano morale quello che una volta era normale ora non è più accettato dall’opinione pubblica. Ho commesso un errore e chiedo scusa ai francesi. Ci ho messo del tempo a capirlo ma resto un personaggio politico irreprensibile, come la giustizia lo accerterà, ne sono certo”. Non so se la vicenda che ha fatto crollare nei sondaggi François Fillon avrà ripercussioni giudiziarie. Lui sostiene che tutto fosse “legale”, e difficilmente ci si potrebbe aspettare un’affermazione diversa da quella. Sostiene anche che una volta ciò era considerato moralmente “normale”, oggi non più. A suo parere si tratta di un errore (quasi un peccato veniale, parrebbe di capire) che ha capito dopo del tempo, ma lui resta irreprensibile.
Ammesso anche che tutto fosse legale, ciò non renderebbe meno illegittimo quanto fatto da Fillon, a mio parere. Già i parlamentari sono consumatori di tasse; se poi fanno partecipare al banchetto anche i familiari con incarichi fittizi generosamente spesati dai pagatori di tasse, le cose diventano ancora meno digeribili. Fillon sostiene che la moglie è stata “una vera compagna di lavoro una collaboratrice preziosa” e lo stesso varrebbe per i figli. Sta di fatto che parrebbe che i familiari di Fillon non abbiano praticamente mai frequentato il luogo di lavoro del loro caro.
Forse hanno sviluppato una invidiabile capacità di lavorare da casa, nonostante all’epoca la tecnologia non aiutasse come oggi. Forse l’irreprensibile Fillon preferiva che non gravassero ulteriormente sulle tasche dei contribuenti e per questo li faceva lavorare da casa. O forse la famiglia Fillon ha semplicemente intascato quei soldi senza fare nulla, con buona pace dell’irreprensibilità. Ma è stato solo un errore… da 900mila euro.
I figli di Fillon erano stati incaricati per “consulenze legali”. Peccato che all’epoca dei fatti il figlio ventunenne non fosse nemmeno laureato…
Non potendo negare le consulenze “familiari”, ha dovuto confessare, dicendo che però era tutto legale.
Candidatura bruciata.
Grazie!!!