Nel paese in cui è la CGIL a decidere l’esistenza o meno dei voucher, è difficile aspettarsi crescita ed investimenti dall’estero, anzi.
Così, per via del comportamento dei sindacati, che fa la Coca-Cola di Nogara, nel Veronese? Chiude i battenti per un po’. Dopo averlo annunciato più volte la settimana scorsa, lo stabilimento della Coca Cola di Nogara chiuderà i battenti. Per eccesso di tensioni sindacali. Provvisoriamente, s’intende. L’azienda che si vanta di «non aver fatto un minuto di cassa integrazione in decenni» ferma la produzione «per motivi di sicurezza», ricorrendo proprio alla Cig. Le macchine, che non si fermano mai nel corso dell’anno, sono state stoppate a partire dalle 22. di martedì. Una scelta fatta «A fronte della difficile situazione che sta perdurando in relazione alle proteste in corso», spiega una nota. Si riferisce al presidio messo in atto nell’ultimo mese da parte di Adl Cobas per contestare l’esubero (con promessa di reintegro) di quattordici addetti alla logistica.
Così il direttore delle risorse umane: “Abbiamo tutto l’interesse a non chiudere ma qua c’è un’oggettiva situazione di pericolo. Non stiamo tranquilli con le persone sul tetto. Abbiamo garantito a tutti il cento per cento dello stipendio: l’azienda aggiunge il venti all’ottanta assicurato dalla Cig. Siamo certi che tutti i dipendenti di Nogara sono con noi”.
Vedremo.
L’italia è un paese irriformabile.
Hasta la miseria, siempre!