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Essere secessionisti non è reato, lo ha sentenziato il tar del lazio

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di FRANCO POSSENTI

Questa sentenza non potrà non avere ripercussioni sul processo che si sta svolgendo Brescia contro gli indipendentisti del “Tanko 2”. Il Tar del Lazio, infatti, ha accolto il ricorso presentato dai separatisti sudtirolesi dell’Heimatbund, ai quali l’anno scorso la città di Roma aveva negato l’affissione di manifesti recanti lo slogan “Il Sudtirolo non è Italia”. Roma Capitale è stata condannata alla rifusione delle spese di giudizio. Lo scorso dicembre il Tar aveva già revocato il divieto di affissione.

“Non si vede per quale ragione la libertà di manifestazione del pensiero e il pluralismo ideologico non possano trovare la loro legittima espressione anche attraverso le affissioni pubbliche”, si legge nella sentenza, diffusa dall’Heimatbund.

“Questa – commenta l’associazione – è una pietra miliare per la libertà di stampa e per la libertà di opinione anche per il processo in corso a Brescia contro gli indipendentisti veneti dove un magistrato ha chiesto di mettere fuorilegge i movimenti indipendentisti. Tutto il merito di questo ricorso va a Roland Lang, presidente della Südtiroler Heimatbund”.

Chissà che dirà il pm “bresciano” Nocerino, secondo il quale “auspicare l’indipendenza, piuttosto che il federalismo regionale, piuttosto che l’autonomismo è già finalità di eversione dell’ordinamento costituito. Non è certamente dialettica politica. Il federalismo è dialettica politica. Il regionalismo è dialettica politica. Non è certamente condividere l’indipendenza di un territorio del nostro paese”.

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