di GIANLUCA MARCHI
La questione settentrionale è più sentita di vent’anni fa, ma paradossalmente nella Lega sta vivendo il suo punto più basso. La Lega Padana e la Lega Nord non esistono più, oggi la Lega è il Partito personale di Salvini, che ha spostato l’asse politico del partito dal centro-destra a destra.
Questi due concetti/sintesi – il primo di Gianni Fava, lo sfidante di Salvini alle primarie per l’elezione del nuovo segretario federale e il secondo del sociologo Ilvo Diamanti, sempre attento alle evoluzioni del leghismo – fotografano l’attuale stato del partito italiano che Matteo Salvini sta plasmando a sua immagine e somiglianza, essendo lui come leader assai più popolare da Nord a Sud di quanto non lo sia il movimento stesso. Dunque è lui l’elemento trainante che sta portando il partito dove lui stesso vuole.
Ciò implica che qualsiasi ostacolo cerchi di frapporsi a questo disegno venga spazzato via quasi con disprezzo. E’ quando è successo al congresso di Parma al vecchio Umberto Bossi: mai si sarebbe pensato, solo fino a un paio d’anni fa, che il fondatore, colui che per oltre due decenni è stato considerato universalmente il Capo, potesse essere sonoramente fischiato e invitato a togliersi dai cosiddetti…
Dunque la Lega Nord delle origini che molti di noi hanno apprezzato e anche sostenuto oggi non esiste praticamente più. L’attuale evoluzione è del tutto legittima nel momento in cui viene approvata, come è successo, dalla maggioranza schiacciante dei militanti aventi diritto al voto. E sostenuta anche da buona parte del gruppo dirigente, sebbene questo si muova essenzialmente per ragioni opportunistiche.
Detto questo, autonomisti e indipendentisti che da tempo hanno abbandonato, spesso anche con sofferenza, il sogno leghista – creato, alimentato e poi tradito , questo va detto, dallo stesso Bossi, le cui responsabilità politiche restano enormi -, oggi non possono che trovare conferma della bontà della loro scelta. Per quelli che ancora rimangono nella Lega di Salvini, sinceramente fatico invece a vedere una reale prospettiva politica. Oddio, non è che fuori dalla Lega le prospettive siano migliori: temo che il mondo indipendentista debba ancora affrontare una lunga traversata del deserto.
Un’ultima considerazione mi sia concessa anche in qualità di presidente dell’Associazione Gilberto Oneto. Al congresso di Parma è stato proiettato un video con le immagini di alcuni grandi personaggi leghisti passati a miglior vita, fra cui Gianfranco Miglio e il nostro Gilberto. Ebbene non mi ergo a immaginare cosa avrebbe detto il professore della nuova Lega di Salvini. Ma so per certo cosa ne pensasse Oneto fino agli ultimi giorni: lui soffriva per la progressiva messa in soffitta della Padania e continuava a essere convinto che il vero e solo problema fosse l’Italia. Il giudizio sulla nuova Lega italiana era già tracciato, senza appello. E sarebbe più elegante, da parte del nuovo corso, non tirare Gil per la giacca…
Direttore sei un galantuomo, se questo pezzo l’avessi dovuto scrivere io non sarei stato così elegante, ma gliene avrei detta tante, ma tante, ma tante…
Leccannodde …