Dall’inizio del decennio in corso la Grecia dipende, sostanzialmente, da aiuti esterni. Nonostante una ristrutturazione del debito che nel 2012 che ha comportato un haircut ai creditori privati superiore a 100 miliardi di euro, ancora oggi il suo debito complessivo sfiora il 180% del Pil. Gran parte del debito è ormai nei confronti di creditori pubblici, ossia in buona sostanza i pagatori di tasse degli altri Paesi europei, che negli ultimi anni hanno più volte aperto i cordoni della borsa e approvato moratorie sugli interessi. Solo un paio di settimane fa la Grecia ha ricevuto 8.5 miliardi dai partner europei, di cui circa 7 servivano per pagare obbligazioni in scadenza detenute dalla BCE.
Direi, quindi, che siamo di fronte a un Paese (ancora) insolvente. Ciò nonostante un paio di giorni fa è stata lanciata un’emissione obbligazionaria a 5 anni, collocata per 3 miliardi a un tasso del 4,625%. Livello che, considerando le condizioni reali del debitore, è, al tempo stesso, basso e alto.
Basso perché, non ci fosse il supporto dei creditori pubblici a condizioni di favore, la Grecia non credo otterrebbe credito a quelle condizioni. Alto perché, ancorché inadeguato a remunerare il rischio di credito, si tratta di un tasso che è insostenibile per le finanze pubbliche greche.
Se non vorrà fare una nuova ristrutturazione, il rischio vero è che i pagatori di tasse di cui sopra paghino anche gli interessi ai creditori privati che hanno sottoscritto le obbligazioni appena collocate. Sarebbe la beffa, oltre al danno.
Tuttavia, l’ex rivoluzionario Alexis Tsipras, primo ministro greco, ha trionfalmente dichiarato: “Il peggio della crisi è ora chiaramente alle nostre spalle, ora possiamo dichiarare che l’economia è finalmente in risalita. Piano piano, quello che nessuno credeva potesse accadere invece accadrà: porteremo il Paese fuori dalla crisi e alla fine il giudizio sarà dato su questo”.
Il peggio della crisi credo non sia alle spalle per chi paga il conto.
Hanno fatto i conti senza l’oste.
Peggio dell’italia sono esposti ad ogni intemperia finanziaria , monetaria, economica, etc.
Senza difese.