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42° segnale della ripresa: pedemontana, un buco da 5 miliardi

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di LUIGI CORTINOVIS

Un’opera pubblica fallita, secondo la migliore tradizione italiana di questi ultimi 40 anni. La Pedemontana lombarda è costata 57,8 milioni di euro al chilometro, diventando l’autostrada più cara della storia d’Italia e la Procura di Milano ha chiesto all’azionista di maggioranza, la Regione Lombardia, di staccare la spina su un’iniziativa che doveva vedere i privati in prima fila e che è arrivata a un conto da 5 miliardi di euro, tutti a carico del contribuente.

La Pedemontana attraversa il cuore e la pancia della Padania e, come riporta L’Espresso, chiunque percorra i suoi 30 chilometri paga la tariffa più alta del territorio italico: 21 centesimi di euro al chilometro per le automobili.

La costosissima e desertificata Brebemi ne costa 18, la Teem (tangenziale esterna est Milano) ne chiede 19. Sulla Milano-Roma si paga un terzo (7 centesimi al chilometro). Questo ha comportato un livello di traffico giornaliero pari a metà del previsto (31 mila veicoli invece di 62 mila).

Come per il ponte di Messina, anche la catastrofe pedemontana è bipartisan. A destra c’è stato un tempo in cui ci si disputava il merito di avere portato a casa l’opera fra la coppia forzista-ciellina Formigoni-Cattaneo e il binomio leghista formato dall’ex viceministro alle Infrastrutture, il lecchese Roberto Castelli, e dallo stesso Maroni.

Forse, solo un’altra opera simile potrà battere questa ennesima porcheria realizzata coi soldi dei contribuenti: la pedemontana veneta!

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