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Spread, se si alza è colpa degli speculatori. se scende l’italia e’ credibile

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di MATTEO CORSINI

Mentre parlava a nome del governo per il quale chiedeva la fiducia del Senato, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto riferimento allo spread, che nel frattempo stava salendo di 30 punti base rispetto al giorno precedente: “Non facciamo dello spread il nostro vessillo anche perché dietro lo spread si nasconde la speculazione finanziaria”.

Sarebbe ripetitivo in questa sede ricordare che tutti sono tecnicamente degli speculatori, anche quando fanno la spesa al supermercato. Di certo in Italia c’è l’abitudine (non solo da parte di persone ignoranti di questioni economiche e finanziarie come Conte, i suoi mandanti e gran parte degli elettori di costoro) ad attribuire una connotazione negativa alla speculazione, ovviamente quando questa è al ribasso (in termini di spread, al rialzo). Nel qual caso si ricorre a ogni tipo di cospirazionismo.

Salvo poi non considerare frutto di speculazione i movimenti rialzisti (in termini di spread, al ribasso): in quel caso si tratta del frutto della “credibilità” di chi governa. Tutto abbastanza puerile, nella migliore delle ipotesi.

Sta di fatto che quando ci si appresta a governare con il proposito di aumentare la spesa pubblica e ridurre le tasse, quindi con la prospettiva di fare un maggior ricorso al debito che già oggi vede il Tesoro chiedere oltre 400 miliardi all’anno a chi compra i titoli di sua emissione, è bene tenere presente che la strategia di abbaiare contro la speculazione è tafazziana.

Considerando la professione del neo presidente, si direbbe una strategia processuale destinata alla sconfitta. Oltre tutto costui si è autoproclamato avvocato difensore del popolo senza avere il mandato di tutti, mentre a pagare il conto non saranno, ahimè, solo i suoi mandanti. Anzi.

Se il buongiorno di vede dal mattino, si confermerà presto valido l’assunto che non c’è limite al peggio.

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1 COMMENT

  1. se anche la Germania sta discutendo sull’ipotesi di un’uscita dall’euro, ovviamente per motivi opposti, perché mai non se ne dovrebbe parlare… in fondo ogni stato si preoccupa soprattutto del proprio destino, lasciando da parte opzioni messianiche che sono l’utopia di sognatori…e siccome i nostri beni che ci rendono più ricchi di tutti non sono monetizzabili, dobbiamo farcene una ragione e programmare in termini concreti… e non pensare di essere investiti di un destino messianico… in fondo l’unico continente che ancora non è stato valorizzato è proprio l’Africa. che in passato ha riempito di diamanti i caveaux degli stati europei senza che niente rimanesse in loco in termini di evoluzione… perciò il lavoro da fare è oggi in loco se proprio ce ne vogliamo occupare… prima che l’Arica diventi l’estensione della Cina… ma forse potrebbe essere anche la soluzione per gli africani che la finirebbero di vedere in Europa l’eldorado.

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