Mentre il ciclo economico nelle principali economie avanzate sta mostrando segni di indebolimento (sarà un caso che avvenga quando sta, seppur lentamente, calando la droga monetaria?), il presidente della BCE, Mario Draghi, ha escluso che possa esservi una recessione né a breve, né nel medio termine.
“Persino sul medio termine non vediamo una recessione. Ci aspettiamo una crescita più bassa ma nulla che si avvicini a una recessione”.
Non credo che da un banchiere centrale ci si possano aspettare previsioni diverse, per almeno due motivi. In primo luogo, perché i modelli utilizzati per fare le previsioni sul Pil sono costruiti in modo tale che quando la crescita presente è positiva non risulti negativa quella attesa per il futuro, salvo correzioni soggettive a uno o più parametri del modello. In secondo luogo, perché dopo circa un decennio di politiche monetarie ultra-espansive significherebbe ammettere che i problemi sono solo stati rimandati (e probabilmente aggravati), non risolti.
Nel caso specifico, poi, significherebbe ammettere che quel “believe me, it will be enough” che seguì il famoso “whatever it takes” pronunciato a luglio del 2012, in realtà non sarebbe stato “enough”.
Non resta che attendere. Ma non mi risulta che le banche centrali abbiano mai previsto una recessione l’anno prima che iniziasse.
Con personaggi del genere va fatta una tara del 95% su quanto affermano.