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Corbin, paese che vai e socialisti che trovi

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di MATTEO CORSINI

Paese che vai, socialisti che trovi. In Gran Bretagna si fanno chiamare laburisti e, da quando il loro leader è Jeremy Corbyn, hanno virato decisamente a sinistra.

Per esempio, il cancelliere-ombra John McDonnell ha dichiarato che se i laburisti torneranno al governo obbligheranno tutte le imprese con più di 250 dipendenti ad attribuire loro il 10% delle azioni e un terzo dei membri del consiglio di amministrazione. Secondo McDonnell: “Sono i lavoratori che creano la ricchezza di un’impresa e quindi dovrebbero essere comproprietari e anche condividere i rendimenti che l’impresa genera”.

Nessuno dubita che i lavoratori partecipino alla creazione di ricchezza, non essendo però vero che essi siano gli unici creatori di ricchezza. Evidentemente McDonnell crede ancora che avesse ragione Marx.

E ben vengano gli accordi su base volontaria di partecipazione dei dipendenti all’azionariato delle società per le quali lavorano, ivi inclusa una rappresentanza nel consiglio di amministrazione. A mio parere è persino auspicabile che ciò avvenga, a maggior ragione per i dipendenti che gestiscono operativamente l’azienda e purché, appunto, su base volontaria.

Ma l’esproprio proletario proposto da McDonnell, in base al quale, peraltro, le azioni non sarebbero assegnate ai singoli dipendenti, bensì a una cooperativa, dimostra che i socialisti non solo non hanno alcun rispetto per il diritto di proprietà (altrui), ma non capiscono neppure che imponendo le modalità di partecipazione dei dipendenti al capitale non otterrebbero altro che un peggioramento dei rapporti tra legittimi proprietari e dipendenti stessi.

Non il miglior modo per fare prosperare le aziende. D’altra parte, cosa aspettarsi da gente che è (ancora) socialista nel 2018?

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