Si sentono e leggono spesso interventi di economisti a difesa dell’indipendenza delle banche centrali. Per esempio Donato Masciandaro, elogiatore senza se e senza ma di Mario Draghi, trattando della successione alla presidenza della BCE che avverrà tra un anno, ha scritto: “La politica monetaria deve cioè essere tenuta a distanza di braccio da chi gestisce quotidianamente il governo di un Paese, perché tra tutte le politiche economiche è quella che può essere al contempo molto efficace, ma anche massimamente tossica, se gestita male. Politica monetaria significa gestire l’unica risorsa che è da un lato indispensabile per una economia di mercato, ma che allo stesso tempo non ha un limite fisico in natura: la moneta”.
Qui occorre precisare che è la moneta fiat a non avere un limite fisico in natura. Ma la moneta fiat non è l’unica possibile. Anzi, in origine la moneta fu il risultato di ordine spontaneo e tra le sue caratteristiche principali c’era proprio quella di essere presente in misura limitata in natura.
Quanto alla sua tossicità, la valutazione credo debba partire dalla risposta a questa domanda: è legittimo utilizzare interventi politici che redistribuiscono la ricchezza reale? Se la risposta è no, allora ogni politica monetaria è da considerarsi non solo tossica, ma illegittima. Se la risposta è sì, allora la tossicità diventa una questione di punti di vista e, in ogni caso, la tossicità diventa tanto minore quanto più illuminato e onnisciente è il banchiere centrale. E mentre sull’illuminato si può discutere, sull’onnisciente si può affermare con certezza che si tratta di una cosa impossibile.
Evidentemente Masciandaro non risponde “no” alla domanda di cui sopra: “La moneta deve essere prodotta per consentire una gestione ordinata e regolare di tutti gli scambi; questo è il lato illuminato della medaglia. Il lato oscuro è invece legato al fatto che la produzione di moneta può essere teoricamente illimitata; è una proprietà che rappresenta una formidabile tentazione per chi gestendo tale risorsa può essere tentato di risolvere ogni tipo di problema macroeconomico – disoccupazione, disavanzi pubblici, salvataggi bancari – stampando valuta. Ma l’eccesso di moneta crea distorsioni profonde nei prezzi, reali e finanziari; il rischio è quello delle bolle, inflazionistiche oppure creditizie e finanziarie”.
Anche l’“eccesso di moneta” direi che, al di là di casi macroscopici che portano a iperinflazione, dipende dai punti di vista. Il miglior modo per evitare l’eccesso resta comunque quello di non rendere manipolabile la quantità di moneta. Il fatto stesso che Masciandaro ritenga che il banchiere centrale debba essere al tempo stesso, oltre che “indipendente”, “conservatore”, ma “flessibile”, indica che il rischio di creazione di bolle è sempre presente.
Proprio perché nessuno, per quanto in buona fede, può essere onnisciente.