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A(hi)litalia, il buco nero con le ali intorno

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di MATTEO CORSINI

Se un pagatore di tasse vuole essere sicuro di rovinarsi la giornata, deve tenersi aggiornato sulla vicenda di Alitalia, il cui “rilancio” sta per essere messo in pista da diversi mesi, anche s epoi ogni scadenza mensile è sempre la penultima. Adesso pare ufficiale il sospetto che era una sostanziale certezza per chiunque non fosse totalmente accecato dalle demenze proferite dai governanti gialloverdi: i 900 dell’ultimo “prestito ponte” non saranno restituiti neanche in parte.

Come è noto, già da alcuni mesi il neo banchiere d’investimento Giggino Di Maio ha detto che una parte sarà convertita in equity, ossia in capitale sociale della ennesima nuova Alitalia che con ogni probabilità fallirà tra qualche anno come tutte le precedenti. Adesso pare però che anche il resto non sarà restituito. Secondo quanto riporta Gianni Dragoni sul Sole 24Ore, infatti, nella bozza di decreto “crescita” (dei soldi buttati via) verrebbe abolita la scadenza del 30 giugno 2019 per la restituzione del prestito ponte da 900 milioni.

Una scadenza che era già stata spostata in avanti di qualche mese in più occasioni, ovviamente confidando (vanamente) che nel frattempo si sarebbero trovati i partner per il “rilancio”. Quindi il prestito diventa senza scadenza e gli interessi maturati, circa 145 milioni, sarebbero anch’essi destinati a sottoscrivere azioni della nuova Alitalia.

E mentre finora il prestito ponte era un credito privilegiato, adesso pare che anche questo “dettaglio” sia eliminato. Sempre stando alla bozza riportata da Dragoni, i 900 milioni del prestito ponte saranno restituiti al Mef “nell’ambito della procedura di ripartizione dell’attivo dell’amministrazione straordinaria a valere e nei limiti dell’attivo disponibile di Alitalia – Società aerea italiana Spa in amministrazione straordinaria.”

In altri termini, qualcosa sarà restituito solo se ci sarà capienza nella procedura di liquidazione, il che è pressoché impossibile, oltre tutto trattandosi di procedure interminabili. Per di più, Alitalia dovrà pagare gli interessi sul prestito fino “alla data del decreto del ministro dello Sviluppo economico di autorizzazione alla cessione dei complessi aziendali (…) e, comunque, sino a non oltre il 31 maggio 2019.”

In altri termini, dopo la fine di maggio non matureranno più neppure interessi. Conclude Dragoni:

“Un «prestito ponte» fu erogato anche alla vecchia Alitalia-Lai nel maggio 2008 per 300 milioni. I soldi non sono mai stati restituiti”. Qualcuno crede che questa volta andrà meglio?

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