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Europee, eletti gli indipendentisti catalani e barcellona passa ai secessionisti

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di MARIETTO CERNEAZ

Ora, stando si risultati usciti dalle urne, i nazionalsocialisti spagnoli temono una cosa sola: che a Puigdemont venga concessa l’immunità.

L’ex leader della Generalitat catalana vive a Bruxelles, in quello che definisce un «esilio». In Europa può circolare liberamente, ma se mettesse piede in Spagna verrebbe immediatamente arrestato. Il seggio a Strasburgo, ottenuto con quasi un milione di voti per la sua lista, comporta l’immunità e quindi un problema in più per i magistrati, che vorrebbero processarlo per quel tentativo di dichiarare l’indipendenza della Catalogna nel 2017. Ma gli aguzzini spagnoli hanno ancora una speranza: gli eurodeputati spagnoli devono registrarsi a Madrid prima di prendere l’incarico in Europa. Un viaggio che l’ex presidente ovviamente non vuole fare. I suoi avvocati e anche alcuni giuristi spagnoli ritengono questo punto non imprescindibile e sono pronti a fare ricorso ai tribunali comunitari.

Anche Oriol Junqueras ha conquistato il seggio europeo, e “risiede nelle galere di Madrid”. Il leader di Esquerra Republicana de Catalunya è detenuto in un carcere ed è sotto processo per i fatti del 2017. Junqueras, piccola complicazione ulteriore, è anche deputato al parlamento nazionale, ma è stato sospeso per decisione della Camera, insieme ad altri 5 indipendentisti. Ora si sa che è pronto ad abbandonare il seggio spagnolo per quello europeo. Se non venisse sospeso anche dall’Europarlamento, Junqueras potrebbe godere dell’immunità prima della sentenza del processo che lo vede imputato (la richiesta della procura è di 25 anni).

Nel mentre, l’indipendentismo catalano continua ad alzare la testa, anziché cospargersi il capo di cenere e ha conquistato la capitale della nuova repubblica: Barcellona. La sindaca Ada Colau è stata sconfitta per pochi voti da Ernest Maragall, fratello del mitico Pasqual, sindaco delle Olimpiadi del 1992 ed esponente di Esquerra Republicana, proprio il partito di Junqueras.

Infine, un’altra annotazione merita di essere menzionata dopo la giornata elettorale di ieri. Avete presente cosa vi hanno raccontato i giornali italiani in questi ultimi due anni? “Gli inglesi si sono pentiti della Brexit”, cantavano in coro. Ebbene, il partito di Nigel Farage, il Brexit Party, non ha vinto, ha trionfato, con oltre il al 33% dei consensi, seguito da LibDem al 21 (16 seggi), Labour poco sopra il 14 (10 seggi), Verdi (12% e 7 seggi) e Tory (9% e 4 seggi). Il trionfo ancora più ampio di Farage a queste europee spingerà probabilmente i conservatori a eleggere un altro sostenitore del “leave” come Boris Johnson quale successore della premier dimissionaria Theresa May.

 

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