di PAOLO L. BERNARDINI
1. Come una fata, imbambolata, imbalsamata
Presti il fianco ad ogni sventura.
Tu, tu che fosti regina
Dei monti e del mare
Che facesti sognare
Per mille anni, da sola
Per mille anni, Signora.
2. Ti hanno scempiato, da allora
Da quando non fosti più libera e sola
Da quando l’invidia del mondo
Fece suonare nel vespro
Il rintocco della malora.
E questo soltanto:
Per questo ricorda il mio pianto
A vederti di nuovo ferita
Tu che diedi i colori alla vita
E la gioia, l’incanto, e un destino
Di gloria, di gloria infinita.
3. Che dire? Vorrei non vederti morire,
Tu che hai resistito
Agli empiti folli del male
Che vedesti tra il giorno e la sera
Sorgere un giorno Marghera
Fabbrica solo del Male
Che volge in morte la vita.
4. Neppure Bonaparte, “l’infame”
Ti portò pari sciagure.
Anche l’odio ha una misura
Che l’ignoranza proterva
Che l’arroganza schifosa
Disprezza ed irride ed ignora.
5. Sei stata soltanto un bottino
Non da Campoformio
Ma da tempi più prossimi e scuri
Che dirti? Suvvia, resisti ancora
Ma se non si desterà
Il popolo che tu hai generato
Se rimarrai ancor schiava
Le acque si chiuderanno
Nuova Atlantide antica
Sui mondi infiniti che celi.
Ma forse io parlo a dei morti
Non so, forse è già tutto finito
Tutto giace tra plastiche e pesci.
Bellissima competizione poetica! Speriamo di trasformare il tutto nella bella prosa dell’indipendenza…
Per il compleanno di un’amica veneziana
**
Buon compleanno a te e alla tua terra,
Venezia, morente ed immortale,
Venezia città veneta e orientale
cresciuta nella pace e nella guerra.
*
I francesi ti han tolto il retroterra,
poi passato all’austriaco imperiale.
Sei vissuta così fra il bene e il male
finché i Savoia ladri sottoterra
*
ti han messa e la Repubblica una croce
ha piantato su te fatta giardino
per il trastullo del ricco turismo.
*
Ora tu muori e flebile è la voce
che grida dal passato tuo destino,
vittima di rapina e di cinismo.
*
[Luciano Aguzzi]
venerdì 15 novembre 2019