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Basta coi benefattori col portafoglio altrui

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di MATTEO CORSINI

Intervistato dal Fatto Quotidiano, il loquace presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha suggerito come utilizzare le minori somme (rispetto al previsto) spese per quota 100. “Al presidente dell’Inps compete al massimo l’onere di una proposta, le decisioni sono politiche. Ciò detto, mi aspetterei che i risparmi di Quota 100 restino allocati nel settore pensionistico. I campi non mancano: riprendere le perequazioni piene, ferme dal 2000; ma soprattutto iniziare a pensare a un fondo di garanzia per giovani con carriere di lavoro instabili e precarie”.

Non è la prima volta che Tridico lancia queste proposte, più o meno tutte implicitamente basate sul concetto che la spesa pubblica “sociale” debba essere una variabile indipendente. A come finanziarla si può pensare dopo. E quando capita che su un provvedimento di spesa ci sia un’uscita inferiore al previsto, guai a ipotizzare di spendere semplicemente meno: occorre utilizzare quelle somme per fare altra spesa.

Contrariamente a Tridico, io credo che ogni euro speso in meno al previsto dovrebbe essere semplicemente non speso. Sia perché la spesa resta comunque sovrabbondante in un bilancio che versa in condizioni pietose, sia, soprattutto, perché per ogni consumo di tasse deve esserci prima o poi una produzione di tasse, la quale viola per definizione il diritto di proprietà del pagatore di tasse.

Concetto sicuramente non condiviso dai benefattori con il portafoglio altrui, categoria alla quale iscriverei senza dubbio il professor Tridico. Una categoria molto affollata, purtroppo.

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