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Cambiamenti climatici ed energie alternative: intervista con franco battaglia

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di REDAZIONE

Continua il martellamento mediatico, all’unisono e senza dibattito, sui cosiddetti “cambiamenti climatici”.

Non passa giorno che i catastrofisti non additino il problema al clima, anziché all’incuria e allo sperpero di denaro pubblico.

Per l’occasione, ne parliamo col professor Franco Battaglia, docente di Chimica all’Università di Modena.

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9 COMMENTS

  1. Prezioso ed interessante dibattito. Due considerazioni sono incontestate: 1: Ci stiamo svenando per finanziare fonti rinnovabili attualmente fuori mercato. 2: L’intervento degli Stati a piedi uniti nell’economia, scoraggiando gli investimenti privati in alcuni settori del mercato della produzione di energia, nel breve e medio periodo impoverisce le economie (a vantaggio dei soliti noti), nel lungo periodo danneggerà il pianeta o addirittura provocherà una catastrofe.

  2. Ho ascoltato l’intervista e sono d’accordo con tutto quel che dice il professore, sui cambiamenti climatici e tutto il resto.
    L’unica eccezione è il giudizio sulle rinnovabili, secondo me affrettato e basato su dati ormai vecchi.
    E’ lunga fare un’analisi completa e convincente in un commento ma, in sintesi, le argomentazioni sono:

    1 – il solare e l’eolico sono i metodi più economici di produzione di elettricità, più del carbone. Solo il grande idroelettrico è più conveniente, ma ormai è quasi impossibile fare grandi dighe. Trascuro geotermico e altre dorme molto di nicchia.
    La dimostrazione di questo è che si iniziano a fare impanti in grid parity (vendita di energia a prezzo di mercato) in tutta la fascia che arriva in Europa a oltre 45° di latitudine. Tra le nebbie della pianura padana, per intenderci.
    Gli incentivi sono finiti nel 2012, i recenti decreti FER producono prezzi ridicoli che, proiettati nei 30 anni, saranno ben sotto il prezzo di mercato. Chi ne capisce qualcosa sa cosa intendo.
    Questo vale in tutto il mondo, USA, Messico, America Centrale, Colombia, Brasile, Cile, Africa, Asia. Dappertutto.
    I piccoli impianti casalinghi sono in Italia tassati (cambiano perfino valori catastali della casa) e per questo motivo devono essere sovvenzionati. Lo fanno perché altrimenti un esercito di parassiti non avrebbero niente da fare. Ma potrebbero stare in piedi da soli producendo energia a un prezzo che è un terzo di quello della bolletta.

    2 – la bolletta è cara per le rinnovabili. Prima di tutto chiedete quanto costano gas e petrolio in sovvenzioni, chiedetevi quanto costa Sorgenia per garantire la continuità elettrica, producendo a prezzi fuori mercato e senza utilità. Poi ne riparliamo. Serenamente.
    Inoltre, gli incentivi folli (FOLLI, chiaro?) concessi fino al 2012 sono finiti. Nel bene e soprattutto nel male hanno finanziato una ricerca che oggi permette prezzi bassissimi. Pace.
    D’altra parte, anche Fermi è costato, la ricerca sul nucleare la paga lo stato. La fusione è ricerca di stato. Nessuno è vergine.

    3 – La notte il fotovoltaico non produce. Osservazione acuta. Quindi? si accumula.
    D’altra parte il termico e il nucleare producono in eccesso la notte (pensate di spegnere una centrale di notte? scordatevelo) e quindi si accumula.
    Il problema è speculare. O produci in eccesso e accumuli o produci in difetto e quindi devi aver accumulato.

    4 – La ricerca sui sistemi di accumulo (oggi principalmente batterie), ricerca in gran parte privata, sta arrivando a un punto tale da rendere convenienti anche le batterie.
    Su questo non c’è più gara.
    Solo un folle direbbe che si può fare tutto a rinnovabili. La soluzione migliore è un mix di nucleare, termico carbone-olio-gas, e rinnovabili eolico-solare-geotermico.
    Ma il prezzo dell’energia da rinnovabili + accumulo è oggi competitivo.
    Gara finita, almeno al momento. In futuro si vedrà.

    5 – l’auto elettrica.
    Il pensiero di chi non riesce a immaginarsi come si possano alimentare TUTTE le auto con l’elettricità è il pensiero totalitario di chi pensa a soluzioni uguali per tutti.
    L’auto elettrica non è per tutti. E’ per chi fa 30 km al giorno tutti i giorni + due volte la settimana la spesa e il cinema. Percorsi cittadini e brevi. Se poi hai un giardino e puoi caricarla con 30 mq di pannelli è la soluzione ideale, economica, silenziosa, pulita.
    Gli altri andranno diesel, che problema c’è?
    Guardate che il problema dell’accumulo di cui parlavamo prima, se non lo si affronta con lo spirito del pianificatore centrale (che deve capire prima come e dove deve accumulare l’energia) trova delle soluzioni individuali. L’accumulo è la mia automobile. Arrivo a casa, collego l’auto e alimento la casa con l’energia che ho prodotto di giorno e accumulato nelle batterie.
    L’energia necessaria per la mobilità elettrica si produce di giorno con il fotovoltaico e si accumula nelle batterie delle automobili. Scelte individuali che cambiano il modo di vivere e consumare.
    Non rompetevi la testa a pianificare.

    6 – il nucleare (al quale non sono contrario, anzi) ha bisogno dello stato, non può darsi senza lo stato. Intanto perché ha un risvolto militare che impedisce che possa essere veramente libero. Secondo perché i business plan 50ennali di una centrale nucleare sono garantiti dallo stato. O pensate davvero che i privati rischino i loro soldi in un’avventura così rischiosa senza paracadute?
    Senza stato il nucleare non esiste.
    Il solare non ha bisogno dello stato. Ti comperi quattro pannelli e ti fai la tua corrente. La scambi con il vicino. La accumuli come e dove ti pare. Costa poco, semplice, è sicura, è scalabile, è collegabile in rete.
    Il solare è libertario. Il nucleare è statalista.

    7 – finisco con un segreto. Il solare (e le altre rinnovabili) sono così mainstream che fare un impianto decente in Italia (e in genere in Europa) è diventato impossibile. La pianificazione impedisce quasi dappertutto l’installazione di pannelli. Per un motivo o per l’altro sta diventando impossibile. Al punto che chi è capace di arrivare a un’autorizzazione (io sono tra questi) viene pagato bene.
    Chi ha la convinzione che le rinnovabili siano la narrazione attuale del potere si ricreda. Le cose non sono così semplici.

      • Mah.
        1) Gli impianti casalinghi devono essere sovvenzionati perché sono tassati… mmmhhh… a-a=0.
        2) Sovvenzionare una cosa utile va bene. Le nfer non producono quando serve.
        3) S accumula: tra il dire e il fare…
        4) Al momento so solo che l’I solo d’impianti FV ha speso 100G€ per ricavare 2 GW, ottenibili da nuke con meno di 10G€.
        5) Nessuno fa solo 30 km/die tutta la vita e basta. Io ad esempio ne faccio 5km/die tutto l’anno. Ideale per l’auto ee, no? No Poi in un mese ne faccio 2mila. Vogio una sola auto buona per tutte le stagioni. Non escludo che qualcuno possa acquistarla, ma al moento non c’è nessuno in nessun paese che ha fattto niente di che
        6) che male c’è ad aver bisogno dello stato? alcune cose le può fare solo lo stato… Libertari va bene, ma un po’ di flessibilità non guasta.
        7) Lo sono, invece. Tutto la faccenda dell’AGW è FV ed eolico.

        • Mi permetto di replicare

          1) tassano e incentivano
          https://www.newslavoro.com/impianto-fotovoltaico-sul-tetto-arriva-la-nuova-tassa/
          http://www.teknoumbra.com/regime-fiscale-fotovoltaici.html
          https://www.commercialistatelematico.com/articoli/2019/03/adempimenti-impianti-fotovoltaici-2019.html
          http://www.incentivifotovoltaico.name/trattamento-fiscale-impianti-fotovoltaici.php

          Il risultato è 0, vero, ma dopo aver ingrassato una pletora di parassiti

          2) FER non sono più sovvenzionate dal 2012 (a parte i piccoli impianti, vedi quanto detto sopra).
          FER non produce quando serve, termico+nucleare produce quando non serve. Problemi simmetrici con soluzioni identiche (accumulo)

          3) Da sempre si accumula energia, a partire dai bacini idroelettrici riempiti di notte con le eccedenze. Il calo di prezzo delle batterie è tale da rendere l’accumulo conveniente. L’idrogeno è un’altra forma di accumulo.

          4) Il commento non ha senso. Penso che confonda GW con GWh, perché 2 GW costano oggi 1 G€ (500.000 €/MW per impianti a grande scala). Il valore è inferiore di ben due ordini di grandezza (1 invece di 100).
          Il FV costerebbe 1/10 del nucleare a valore di installato.
          Il confronto va fatto però con i costi di produzione, sul kWh. Nucleare produce energia per 7.800 h/anno, FV per 1.500 h/anno, circa un quinto. In base a questo la disparità si riduce, ma rimane sempre FV metà circa del costo nucleare.
          Conti fatti a spanne, intendiamoci, ma abbastanza veritieri.
          Questo al netto dei costi di gestione, che per FV sono ridicoli, per nucleare elevati.

          5) La scelta individuale. C’è chi tiene l’auto in garage tutto l’anno per fare 2.000 Km in vacanza e chi la usa tutti i giorni piccola ed economica e ne noleggia un’altra per le vacanze. Sempre di più si acquista mobilità invece di contenitori di latta.

          6) la flessibilità non guasta ma l’amore può essere solo per la libertà.

          7) Non discuto che l’AGW sia strumentalizzato ma che provi a fare un impianto fotovoltaico in pianura padana. Poi mi sa dire.
          E questo qualcosa vorrà pur dire

          • Mi permetto di rispondere io su alcuni punti.
            1) Se parliamo di grid parity, occorre innanzitutto tenere conto di tutte le imposte e gli oneri impropri che gravano sull’energia acquistata dalla rete.
            Parliamo di circa il 40%:
            http://www.e-gazette.it/sezione/elettricita/bollette-elettriche-peso-oneri-bollette-101-miliardi
            Inclusi i 200+ miliardi di incentivi che stiamo pagando in una ventina d’anni.
            http://www.studi.enea.it/newsletter/news/incentivi-alle-rinnovabili-200-miliardi-nei-prossimi-20-anni-1

            Da notare come molto spesso, nei confronti internazionali, si includano nei costi anche i certificati verdi (a vantaggio o svantaggio a seconda dei casi), ed improbabili stime di “esternalità” da produzione di CO2, che altro non sono che tasse basate sul delirio dell’AGW.

            2) Le rinnovabili non sono più incentivate platealmente dal 2012, difatti da allora l’installazione in Italia si è praticamente fermata.
            https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20statistici/Solare%20Fotovoltaico%20-%20Rapporto%20Statistico%202018.pdf
            Si è passati da 483 MW nel 2008 di potenza installata (cioè di stock esistente), a 18.185 MW nel 2013, e nel 2018 siamo ancora a 20.108 MW.
            Strano non si installi più niente, ora che pretendete costino pochissimo e ci sia la grid parity.

            Va ricordato, inoltre, come siano presenti altri incentivi (ad esempio per l’efficienza energetica negli edifici) che sono comunque molto rilevanti.
            Più di recente, inoltre, è stato introdotto l’OBBLIGO di usare energia rinnovabile negli edifici di nuova costruzione od in caso di ristrutturazioni importanti.
            Obbligo che, tra le altre cose, sta determinando un uso ridicolo di biomasse (principale fonte di polveri sottili del paese, di gran lunga), considerate rinnovabili.

            3) L’accumulo è costosissimo, specie se a batteria. Qualche bacino idroelettrico, già usato oggi magari di notte, è un conto, ma le batterie rimangono molto costose.
            Si continua a parlare di speranze, di fantascienza, come se fossero qualcosa di reale. Non è così.
            Per non parlare del fatto che la maggiore esposizione solare è al sud, ed il maggiore consumo al nord.

            4) Oggi abbiamo installato 20 GWp (non 2) di fv, con cui nel 2018 si sono prodotti 22.654 GWh lordi (stessa fonte pdf di prima).
            Siamo quindi intorno alle 1100 ore equivalenti annue, in media. 1500 appare abbastanza ottimistico.
            Questo è quanto produciamo con i 200 miliardi di incentivi che stiamo pagando.

            La sua stima di 500k€/MWp attuali è ottimista.
            Diciamo 800k€. https://www.irena.org/-/media/Files/IRENA/Agency/Publication/2019/May/IRENA_Renewable-Power-Generations-Costs-in-2018.pdf
            Per prima cosa, che sia servito buttare tutti quei soldi per far scendere i costi è tutto da vedere, perchè intanto quei soldi li abbiamo spesi davvero, ed avremmo potuti spenderli in altro modo.

            Ma stiamo al gioco, e diciamo che oggi installare quei 20 GWp costerebbe solo 800k€/Mw, e quindi saremmo intorno ai 16 miliardi (rimango dell’idea che conveniva aspettare che la tecnologia fosse più matura, senza buttare soldi quando costava moltissimo).
            Con la stessa cifra, anche tenendo conto degli incrementi di costo che si sono visti, si sarebbero potuti costruire 2 reattori EPR da 1.6 GWe, che con un load factor dell’80% produrrebbero proprio la stessa energia prodotta nel 2018 dai 20 GWp di fv.
            Per arrivare ai costi dell’energia prodotta, però, va tenuto conto che per un impianto fv si stimano 20/30 anni di vita utile, mentre per queste centrali nucleari se ne stimano 60.
            Non si capisce quindi da dove venga un costo dell’energia prodotta del 50% inferiore per il fv, se non dai soliti calcoli farlocchi che mettono dentro certificati verdi, danni da presunta distruzione del pianeta in vario modo, costi di smantellamento del nucleare irrealistici.

            Conta anche un’altra considerazione: nel mondo occidentale la moda ecologista, in discreta parte assecondata dalla normativa, sta facendo di TUTTO per rendere la vita impossibile a nucleare e simile.
            Questo significa costi molto maggiori, ritardi imbarazzanti, ostacoli di ogni tipo.
            E’ precisamente per questo che Flamanville ed Oikuloto non sono ancora pronti, mentre in Cina abbiamo già due EPR operativi a Taishan, ed anche alcuni AP1000, a costi certamente minori.
            Ma questa non è economia, è politica.

            5) L’auto elettrica. Non è vero che convenga avere un’auto inutile, e noleggiarne un’altra per i viaggi lunghi.
            Il semplice noleggio di un’auto non minimale, magari in agosto quando la vogliono tutti, per un mese, costa facilmente 2/3k€ (70/100€/die).
            Solo queste sono cifre paragonabili ai costi annui di un’auto di proprietà.

            Sull’auto assistiamo alla solita patetica guerra alla proprietà privata.
            I servizi di car sharing, tanto per dirne una, non stanno in piedi da nessuna parte.
            https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/attualita/2017/09/25/car-sharing-per-ogni-auto-in-italia-si-perdono-4.700-euro_c6cde1f8-3bac-4870-b812-fb465ea2b17a.html
            E’ quindi nient’altro che un luogo comune statalcomunista quello per cui si preferisce “acquistare mobilità” e non auto.
            Da notare anche che tutti i servizi di noleggio a lungo termine, magari tramite auto aziendale, godono di vantaggi fiscali notevolissimi rispetto alla proprietà (e questa è una delle pochissime cose su cui lo sciagurato governo la stava facendo giusta, almeno in linea teorica).
            D’altronde c’è un motivo se si preferisce la casa di proprietà, i vestiti di proprietà, e quant’altro, per motivi che non sto nemmeno a ricordare su queste pagine.

            6) Libertà dice. Bene, anzi benissimo. In realtà le confesso che mi piacerebbe potermi autoprodurre energia elettrica.
            Ed anche che mi piacerebbe poter scegliere l’auto che preferisco, senza ridicole distorsioni da parte dei regolatori, locali ed europei.
            Ma non è questo il caso: l’auto elettrica non la vuole nessuno, comincia ad affacciarsi SOLO grazie a sussidi e distorsioni pubbliche varie e gigantesche (sull’auto tradizionale grava una quantità di imposte imbarazzante), e quello che ci aspetta è semplicemente la sua imposizione, in stile sovietico.
            Fatta in un modo che definire truffaldino è poco: l’unione sovietica europea la giustifica con le emissioni di CO2, facendo finta che siano pari a ZERO quelle dovute alla produzione dell’energia elettrica usata, e senza considerare il surplus di dispendio energetico dovuto a produzione e smaltimento di batterie.
            In realtà, pare che il diesel sia in vantaggio:
            http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/analisi_commenti/2019/12/10/una-tesla-model-3-emette-piu-co2-di-una-mercedes-turbodiesel_0c6c9852-b3bd-4e90-81e4-379f2295dde0.html
            Ma di cosa parliamo? Di libertà?
            NO, parliamo della più grande distruzione di libertà individuale vista dai tempi della rivoluzione leninista, con un circo mediatico spacciato per scientifico, e con una UE che si candida realmente a seguire le gesta dell’unione sovietica, con questa storia del “green deal” (sigh).

            • Non voglio avere ragione a tuti i costi. Semplicemente segnalo alcune inappropriatezze.
              Poi ciascuno la pensa come vuole, com’è giusto.

              1) gli incentivi non ci sono più dal 2012. Per le rinnovabili. Sono rimasti per il termoelettrico. Sorgenia prende contributi per tenere le centrali pronte, senza produrre.
              Il prossimo anno si vedranno impianti fotovoltaici sorgere per produrre a costo. Lo so di sicuro perché alcuni saranno sviluppati da me, quindi so quel che dico. Incentivo ZERO, anzi: stanno facendo di tutto per ostacolarli (rovinano il paesaggio, chiaro).

              2) grid parity: fosse possibile cedere l’energia al vicino o venderla al consumatore senza gli assurdi limiti imposti dalla regolamentazione, vedreste che fuochi d’artificio.

              3) Gli autonoleggi esistono da sempre. Hertz da sempre noleggia auto. Il car sharing funziona alla grande. Una volta eliminata la rottura di cogliomberi che si ha tutte le volte che si prende un’auto in aeroporto, qual’è la differenza con i car sharing che si vede in giro? Semplicemente è più user friendly, mentre Hertz non lo è per niente. Che l’abbiano inventato i sinistri è sfiga. Significa che bisogna svegliarsi. Ragionando con le stesse coordinate anche Uber dovrebbe essere considerato una schifezza, AirB&B anche. L’estate scorsa ho girato a Kaliningrad in BlaBlaCar perché non c’erano abbastanza autobus. Roba sinistroide? pazienza.
              In qualunque grande città del mondo si gira in taxi e nessuno si sogna di comperare della lamiera per parcheggiarla sotto casa.
              Dove abito io il BMW 240 cv è roba da spacciatori mentre il Mercedes è preferito dagli zingari.
              De gustibus, veramente.

              4) auto elettrica. Non è per tutti. Questo è il suo bello.
              L’articolo, che sta girando molto, è pieno di assurdità e di punti deboli. Ma anche seguendo quel che dice, in Francia, dove la corrente viene dal nucleare, produrrebbe un quarto della CO2 di un turbodiesel. Quindi, attenta zione agli svarioni.
              Poi, è vero, è detestabile il Green Deal, Greta non si può reggere e via dicendo.
              La mia opinione, per quel che vale, è che Greta è più Volkswagen che EURSS. E’ pompata dalle case automobilistiche che devono fare concorrenza alla Cina e hanno bisogno di investimenti nella ricerca e nello sviluppo dei componenti (batterie in primis) e non possono farlo con un mercato asfittico come quello europeo. Per cui promuovono il passaggio all’elettrico. I governi, chiaro, non vedevano l’ora,

              • 1) Quegli incentivi non ci sono più, ma rimangono le detrazioni per ristrutturazione al 50% (ed in altri casi per il risparmio energetico), nel caso di edifici residenziali, ed il recente obbligo ad usare quote importanti di energia rinnovabile per nuovi edifici e ristrutturazioni.
                Il discorso di “tenere le centrali pronte” è più complesso, e riguarda la gestione della rete, anche proprio per dover sopperire al fatto che alcune rinnovabili non sono affidabili, per cui serve un backup.
                In un certo senso, quelli sono costi che andrebbero attribuiti a fv ed eolico.
                Ad ogni modo, senza i folli incentivi le installazioni si sono sostanzialmente fermate.
                2) Vedremmo fuochi d’artificio anche se si potesse vendere energia produtta con un generatore a combustibili fossili, nonostante gli stessi siano gravati di svariate imposte ed oneri.
                Il confronto va fatto a pari condizioni, non gravando solo l’energia prodotta in altro modo di molti oneri ed imposte, tra cui i 200+ miliardi di incentivi per il rinnovabile fanno la parte del leone.
                3) Gli autonoleggi e tutto il resto certo che esistono, ma in genere non sono affatto sostitutivi della vettura di proprietà. Si usano, come nei suoi esempi, quando si è in un altro posto. Idem le abitazioni.
                Lei conosce qualcuno vivere stabilmente in case di airbnb?
                Anche i nlt per le auto sono, in genere, dovuti a vantaggi fiscali: auto aziendale, nlt con sede in un paese estero meno vorace sull’auto, e simili.
                Per non parlare, guarda un po’, dei tassi zero, che ovviamente distorcono in senso dell’affitto e contro la proprietà.

                Per “qualunque città del mondo”, intende semplicemente le grandi città che per scelta ideologica rendono la vita impossibile alle auto, tra divieti ridicoli, imposte spropositate, spazi negati (a proposito di taxi, che invece possono andare dappertutto) anche scegliendo di non fare strade, parcheggi ed infrastrutture – mentre i trasporti pubblici sono largamente sussidiati dal pubblico.
                Per avere un’idea, consideri che con le tariffe dei biglietti si copre in genere non più del 30/40% dei costi del trasporto pubblico, mentre i costi dell’auto di proprietà sono grosso modo raddoppiati dalle imposte.
                Quindi il rapporto è circa 4:1 (almeno), ed è questo che distorce la situazione in modo da non far usare l’auto di proprietà.
                Anche in questo caso: ad armi pari vedrebbe una cosa completamente diversa.
                Quello che vede è socialismo, sono scelte dirigiste ed inefficienti fatte dal pubblico coi soldi dei contribuenti, nient’altro.
                Consiglio a tutti, a tal proposito, gli articoli ed i paper di Ramella sul tema dei trasporti, spesso pubblicati dall’IBL (perdonatemi :)).

                La sua concezione delle BMW da 240 cv è ovviamente pura ideologia, senza senso.
                Forse, tra le Trabant della Germania est, e le BMW della Germania ovest, preferiva le prime.
                Chiaramente sono del parere opposto, ed altrettanto chiaramente le libere preferenze delle persone indicano quale delle due alternative fosse la preferita.
                Ora stiamo finendo noi in Germania est, “educati” da quelli che la pensano come lei.

                4) Di studi che mostrano emissioni di CO2 simili (poi può essere poco più o poco meno a seconda dello studio, fine) tra elettrico e diesel ce ne sono moltissimi, e sono corretti.
                Non corretto è, al contrario, fare finta che la produzione di energia, nonchè la produzione e lo smaltimento delle batterie (che incide moltissimo), non contino.
                Tra l’altro saprà che le auto elettriche sono molto più pesanti, e portarsi in giro centinaia di kg di zavorra non aiuta di certo l’efficienza.
                Sicuramente le case marciano sull’elettrico: è di questi giorni la notizia di alcuni miliardi di aiuti di stato in Europa per produrre batterie, e certamente saranno contente di venderci obbligatoriamente nuove auto inutili e molto più costose.
                Tra obbligo di acquisto e sussidi statali sotto varie forme, certamente pensano di guadagnarci.
                Il problema è che noi pagheremo tutto questo, anche molto salato.

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