È mai stato tentato dalla politica? La domanda gli venne posta da Edoardo Pittalis in un’intervista pubblicata sul Gazzettino lo scorso ottobre. «Ho sempre avuto una grande passione per la politica – era stata la risposta – ma non sono andato oltre un’esperienza come consigliere comunale a Zanè con liste civiche. Ho fatto politica molto di più come imprenditore: sono uscito da Confindustria con una fortissima polemica nel 2014 quando Confindustria di Vicenza si era attivata in modo scandaloso per collocare le famose baciate della Popolare. Non ho voluto che il mio nome fosse legato a quelle attività che poi si è visto come sono finite».
L’intervistato era Roberto Brazzale, il signore del Gran Moravia, il re del burro. Ebbene, tre mesi dopo quella risposta, Brazzale sarebbe pronto a scendere nell’agone politico: i rumors lo danno infatti candidato governatore appoggiato, oltre che dalla propria lista, anche dal Partito dei Veneti. Una candidatura tenuta finora sotto traccia che dovrebbe essere ufficializzata tra una decina di giorni.
CHI È
Vicentino di Thiene, avvocato, 57 anni, Roberto Brazzale è al vertice dell’azienda di famiglia con i fratelli Gianni e Pier Cristiano, uno agronomo, l’altro laureato in economia. La Fratelli Brazzale, 200 milioni di euro di fatturato, ha due prodotti di punta: il burro e il Grana. Settecento dipendenti sparsi per il mondo (250 in Italia, 350 in Repubblica Ceca, gli altri tra Cina e Brasile). Il gruppo lavora 600 mila litri di latte al giorno trasformandoli in 250 mila forme di grana all’anno. Ogni giorno vengono impacchettate 20 tonnellate di burro. Stabilimento principale a Zanè, un altro per provoloni e paste filate a Malo. E per il Gran Moravia uno stabilimento e l’allevamento nella Repubblica Ceca.
LA SFIDA
Gli autonomisti avrebbero dunque puntato su Brazzale per le prossime elezioni regionali. Il progetto è che l’imprenditore presenti una propria lista e che venga appoggiato anche da quella del Partito dei Veneti, cioè dalla nuova formazione politica che per la prima volta ha messo assieme tutte le sigle autonomiste presenti nella regione. Alcuni esponenti del PdV hanno già anticipato che la partecipazione alle prossime elezioni regionali non intende essere in contrapposizione al governatore Luca Zaia, ma servirà per entrare nell’istituzione e, soprattutto, gettare le basi per la successiva tornata elettorale. Obiettivo elettorale, raggiungere intanto il 10%. Nel toto-candidati era circolato il nome di Antonio Guadagnini, consigliere regionale in carica che nel 2015 era stato eletto in una lista che appoggiava Zaia. La scelta finale sarebbe invece completamente diversa: un imprenditore affermato che avrà anche il sostegno dei venetisti. (Al.Va.)
DAL GAZZETTINO DEL 14 FEBBRAIO 2020, si apprende che Brazzale avrebbe rinunciato alla candidatura.
Venetisti ? Autonomisti ?
Perchè questi termini ?
E’ italianista chi scrive ?
E’ il Gazzettino che scrive e il programma del partito dei veneti non fa accenni ad alcun indipendentismo.
Anzi da quello che c’è scritto oltre a non essere per niente indipendentista é un programma decisamente socialista. La solita fuffa è presa per il c**o.
Concordo