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Ripartenza economica? ecco le lamentale di un piccolo commerciante

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di LORENZO GUGGIARI

Come ben sappiamo noi che conosciamo l’Economia Austriaca, la realtà economica è molto complessa e volerla ridurre a schemi econometrici e predittivi segnala solo ignoranza (se va bene) o totale malafede. Da sempre optiamo per la cosiddetta microeconomia e il nostro “SommoVate” Ludwig von Mises ha giustamente coniato il termine prasseologia per indicare l’agire umano: “Solo l’individuo pensa. Solo l’individuo ragiona, Solo l’individuo agisce”. Aggiungerei: “Solo l’individuo conosce le circostanze e l’ambiente in cui opera”.

Fatta questa premessa passiamo ad analizzare un fatto concreto che, nel suo piccolo, spiega la “presunzione fatale” di voler dirigere l’economia in modo centralizzato. Abbiamo ricevuto le lamentele di un piccolo commerciante che opera nel settore dell’abbigliamento e che possono essere riassunte dalle seguenti domande rivolte all’Ill. Cav. Presidente Intergalattico Gonde.

  • Cosa ne faccio della merce invernale invenduta?
  • Quante commesse posso fare lavorare? E le altre?
  • Plexiglass alla cassa: e quando la commessa deve servire? Il plexiglass se lo porta dietro?
  • Come gestire i camerini?
  • Come gestire la sanificazione del negozio?
  • Un cliente può entrare e passare mezz’ora senza acquistare niente, nel frattempo ha toccato parecchia merce, gli faccio lavare le mani ogni volta che tocca un abito?
  • Quando un cliente prova un abito che poi non acquista cosa ne faccio? Lo devo buttare…?
  • I clienti – in particolare le donne – che entrano in due per consigliarsi dove li metto? Quella che indossa gli abiti la metto in vetrina (come ad Amsterdam….) e l’altra fuori?
  • Le mamme con i bambini?
  • Quando un cliente torna con un reso cosa ne faccio? Lo butto?
  • I clienti che nel frattempo hanno acquistato su Amazon come li recupero?
  • Un vestito, per quanto possa piacere, non è necessario come ad esempio i generi alimentari, pertanto quanto sono disposte le persone ad attendere per comprare un capo di abbigliamento?

Utilizzando queste poche considerazioni e applicandole all’economia complessiva, ed alle innumerevoli categorie merceologiche, si può comprendere come il potere politico, e le caste da esso create, vivano completamente avulse dalla realtà.

Fino a qui nulla di nuovo, ciò che è cambiato radicalmente è l’approccio che è diventato dittatoriale e violento nei confronti della “dissidenza”, sotto questo aspetto lo Stato democratico finalmente ha potuto dimostrare ciò che veramente è: un Moloch che divora i propri cittadini fino al punto in cui morirà egli stesso per non avere più individui da sacrificare. Il leviatano statale ha ormai annichilito qualsiasi corpo intermedio che non sia totalmente e fideisticamente allineato alla propria linea di condotta; in questo aiutato dagli ascari della stampa igienica, i quali hanno creato il “giornale unico del virus”, al cui confronto l’Istituto Luce fu gestito da simpatici dilettanti.

In molti sui social network si lamentano e minacciano sommosse, purtroppo nella storia di questo sventurato paese non è mai avvenuta una vera rivoluzione ed è sempre valido quanto Tomasi di Lampedusa fa dire a Tancredi: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Malauguratamente, siamo arrivati al “redde rationem” e ormai gli individui da sacrificare non bastano più per placare la fame del Moloch, nei prossimi mesi ed anni assisteremo a scene da guerra post atomica: milioni di disoccupati affamati nelle strade, pensionati e dipendenti pubblici senza più risorse, l’intera economia totalmente annichilita dove sarà difficile trovare da mangiare e delle medicine, i più poveri si contenderanno la spazzatura con i cani randagi, si morirà per banali malattie e le donne torneranno a morire per un semplice parto; in definitiva ciò che avviene da anni in Venezuela, il nostro destino è quello di diventare Venezuitalia.

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1 COMMENT

  1. D’altra parte fu — se non erro — Amerigo Vespucci (o Ponce de Léon?) — a denominare “Venezuela” quella terra, poiché vide dalle navi palafitte sul mare e gli parvero le abitazioni di Venezia — e dunque una “piccola Venezia”…il Venezuela. Pace all’anima nostra.

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