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Hong kong, la feccia comunista cinese arresta un altro attivista

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di REDAZIONE

Un noto attivista dell’opposizione è stato arrestato a Hong Kong per “aver pronunciato discorsi sediziose”, poche ore prima di una manifestazione di protesta contro la contestata legge sulla sicurezza voluta dalla Cina. A finire in manette è stato Tam Tak-chi, vicepresidente del partito democratico radicale People Power, un ex conduttore radiofonico soprannominato “Fast beat”.

Gli agenti della neonata squadra per la sicurezza nazionale lo hanno prelevato dalla sua abitazione nella zona nord-orientale dell’ex colonia britannica. La polizia ha precisato che l’arresto non è stato eseguito in base alla nuova legge sulla sicurezza ma in base all’articolo 10 del codice penale della legislazione coloniale britannica che punisce le dichiarazioni anti-governative.

Tam questa estate avrebbe pronunciato discorsi di “odio e riprovazione” verso il governo e che “seminavano malcontento e disaffezione nella popolazione”. A intervenire è stata l’unità per la sicurezza nazionale perché inizialmente si sospettava che l’attivista fosse anche responsabile di “incitamento alla secessione”, reato previsto dall’articolo 21 della legge sulla sicurezza nazionale, ha precisato la polizia.

La manifestazione di protesta non autorizzata, che ha ricevuto oltre 10mila adesioni online, è stata convocata oggi anche perché è il giorno in cui a Hong Kong si sarebbero dovute svolgere le elezioni politiche, rinviate ufficialmente per il coronavirus. Infatti, sono stati quasi 300 arresti a Hong Kong ieri, nel giorno del voto che non c’è stato!

(Agenzia Italia)

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