Uno degli ultimi decreti emanati dal Governo in tempi di Covid-19 è stato denominato “Semplificazioni”. Anche chi non sia un fervente antistatalista dovrebbe avere qualche perplessità quando chi è specializzato in complicazioni invoca il perseguimento del contrario mediante un decreto zeppo di commi e rimandi ad altri provvedimenti legislativi. Ma l’uso della neolingua negli ultimi tempi farebbe impallidire Orwell, quindi c’è poco da stupirsi.
Effettivamente, però, pare che qualcosa sia semplificato dal decreto, ma non riguarda i pagatori di tasse, bensì i comuni, notoriamente assetati di soldi da estrarre il più possibile mediante multe (per lo più) agli automobilisti. Ecco, quindi, che un articolo di Maurizio Caprino sul Sole 24 Ore evidenzia un aspetto del decreto che nessuno nella maggioranza di governo ha sventolato a favor di taccuini e telecamere.
- “Nella conversione in legge del decreto Semplificazioni (Dl 76/2020) spunta ciò che non si riusciva a fare da due legislature: una mini-riforma del Codice della strada. Che fa cadere dopo 18 anni il tabù dei controlli automatici di velocità sulle strade urbane e regala ai Comuni campo libero sulle multe per divieto di sosta con gli ausiliari e per gli ingressi non autorizzati nelle Ztl (zone a traffico limitato), con rischi di abusi e situazioni pericolose.”
Caprino aggiunge che
- “in sostanza cade il divieto di utilizzare sulle strade urbane postazioni permanenti automatizzate per accertare da remoto gli eccessi di velocità. Dal 2002 gli unici controlli automatici consentiti nel centri abitati riguardavano le strade urbane di scorrimento (viali a carreggiate separate con semafori a tutti gli eventuali incroci, su cui il limite può essere alzato fino a 70). Ora si aggiungono le altre strade urbane, che così a questi fini vengono equiparate a tutto il resto della viabilità ordinaria. Quindi l’installazione delle postazioni automatiche resta subordinata all’ok della Prefettura sulla base di un’istruttoria su incidentalità e caratteristiche della strade svolta dalla Polizia stradale.”
Diversamente dal’autore dell’articolo, io non credo che questo crei
- “le condizioni per aumentare la sicurezza nei centri abitati”, anche perché, come rileva lo stesso Caprino, il decreto prevede anche un “colpo di spugna sulle garanzie contro le multe troppo facili a chi entra nelle Ztl: aboliti il Dlgs 250/1999, che riservava al ministero delle Infrastrutture l’approvazione sulla scelta e il posizionamento di tutti i sistemi di telecamere usati per rilevare le infrazioni. Un “liberi tutti” che sgrava uffici del Mit in difficoltà, ma che apre la strada ai Comuni più “disinvolti”. Che tendono a usare segnaletica ingannevole e varchi piazzati in modo da punire anche chi si accorge di essere sulla strada sbagliata senza dargli una via di fuga. Si potrà ora aggiungere l’uso di telecamere con prestazioni insufficienti a garantire la corretta individuazione del veicolo del trasgressore.”
In pratica, tra rilevatori di velocità e telecamere in ZTL non adeguatamente segnalate, il Governo fornisce un assist ai comuni per rimpinguare le casse. Credo non sia difficile immaginare lo zelo con cui vigili urbani e ausiliari del traffico applicheranno le nuove norme.
Ecco dunque in cosa consiste la semplificazione: nel rendere più semplice spillare soldi a chi circola sulle strade. Ovviamente in nome della sicurezza.
Concordo in pieno. E, teoricamente, anche il Presidente della Repubblica.
Bono a sapesse (Trilussa, resucita, ci servi più del pane!)