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Titoli pubblici irredimibili, una soluzione venezuelana

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di MATTEO CORSINI

Riferendosi alla vicenda del Recovery Fund, De Marchi scrive che “invece di stare sotto un albero aspettando Godot, Conte e Gualtieri farebbero bene a prendere il toro per le corna deliberando di seguire l’unica strada percorribile: emettere titoli irredimibili (cioè senza obbligo di rimborso, pagando solo una rendita perpetua ai sottoscrittori). Raccoglierebbero decine di miliardi di euro (si pensi che Intesa San Paolo ha emesso due tranche a fine agosto ottenendo richieste per oltre sei miliardi; ed è una banca, non uno Stato!), non incrementerebbero il debito (anzi lo ridurrebbero, se usassero lo strumento per rimborsare i Btp in scadenza nei prossimi mesi!) e, last but not least, potrebbero finalmente dedicare ingenti capitali a fondo perduto a beneficio del sistema produttivo. Possibile che un’idea così semplice ed efficace non sia nemmeno messa in discussione in uno dei tanti consigli dei Ministri?”.

L’idea, già da me commentata in altre varianti, è effettivamente semplice, ma dovrebbe essere altrettanto semplice capire perché impraticabile. Come noto, la trasformazione delle pietre in pane non è possibile nella realtà. Sostituire debito a scadenza con debito irredimibile, di fatto significherebbe fare emettere moneta allo Stato.

Non impossibile, in teoria. In pratica, però, o uno strumento del genere è sottoscritto forzosamente, e allora si tratta di repressione finanziaria, oppure trova accoglienza solo se usato con parsimonia. La credibilità di un emittente che avrebbe una lista enorme e inesauribile di spese a fondo perduto da finanziare non credo sarebbe elevata.

Per di più, il paragone con le emissioni senza scadenza delle banche è fuorviante. Tali emissioni, infatti, prevedono il rimborso anticipato generalmente a partire dal decimo anno, a pena di un aumento degli interessi da riconoscere ai portatori dei titoli.

Se fosse realmente praticabile, pensa De Marchi che al Tesoro non avrebbero già proposto uno scambio tra i Btp in circolazione e questi titoli irredimibili?  La realtà è che una ipotesi del genere porterebbe l’Italia, come debitore, al livello di Argentina e Venezuela. Non proprio un risultato da inseguire. Altro che Godot.

Mi resta una domanda: come si fa a farsi fare consulenze finanziarie da chi fa proposte del genere?

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