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“Esaflazione”: la moneta digitale si inflaziona rispetto al contante

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di STEFANO BISOGNI

Tempo fa, in una discussione in un forum dedicato all’economia, coniai un termine per definire la differenza che c’è tra il valore del contante rispetto a quello digitale. Questo termine è Esaflazione, di cui poi spiegherò il forte aspetto figurativo.

Questo lungo periodo di crisi ha definito uno scenario molto critico per le banche, ovvero banche con pochi utili, e conti correnti pieni di denaro dei risparmiatori. Questa situazione protrattasi nel tempo ha creato forti sofferenze nei bilanci delle banche. Ed è appunto notizia di questi giorni, che tutti gli istituti aumenteranno i costi di prelievo dal bancomat e di altre operazioni che coinvolgano direttamente il contante. Quindi portare il contante in banca o prelevarlo costerà sempre di più.

Dall’altra parte vi è un’economia sommersa, ma reale, che giustamente si sta sempre di più affermando perché ha il grosso vantaggio di eludere il fisco e di essere contrattualmente più pratica. Oggi ci troviamo di fronte al paradosso per cui se un lavoro viene fatturato costa di più, mentre se viene pagato in contanti e senza fattura costa molto di meno. Questo fa sì che il denaro contante abbia un potere d’acquisto superiore rispetto a quello digitale.

Il costo del denaro digitale subisce quindi una inflazione rispetto al valore denaro contante. Perché ho chiamato questo fenomeno Esaflazione? Esa deriva da esagono. L’esagono è un cerchio a cui sono state portate via parti regolari della circonferenza. Immaginate ora una moneta di metallo. Finché resta nelle vostre tasche è integra. Se la portate in banca il suo valore verrà eroso sistematicamente. Naturalmente qualcuno dirà che la banca non è un ente di beneficenza, ma a questa obiezione rispondo sempre che la banca non deve neanche essere un parassita sulle spalle dei clienti come finora è successo.

La funzione delle banche, oggi come non mai, dovrebbe cambiare radicalmente, ovvero dovrebbe essere quella di far da concentratore di opportunità per investitori, imprenditori, commercianti analizzando e raccogliendo le richieste del mercato, delle aziende, dell’innovazione. Più che una entità che presta o conserva denaro, attività che non dovrà mai mancare, finché le banche saranno in mano a persone che basano la loro professionalità solo sugli artifici della finanza e della mera gestione tecnica del denaro, i vostri conti correnti saranno solo praterie da depredare a piene mani e senza rimorso alcuno.

Ci vogliono invece nuove tipologie di istituti il cui lavoro, remunerato, sia quello di avere degli specialisti dell’economia reale, dove un imprenditore si può presentare e dire: “sto cercando un socio finanziatore per questo progetto”. Oppure, dove c’è una persona con molta liquidità che, mantenendo l’anonimato, si faccia indicare progetti in cui investire.

Il futuro delle banche dovrebbe essere quello di essere in grado di poter indicare dove investire in un progetti evidenziandone anche tecnicamente vantaggi e rischi. Questa attività non potrà essere vagliata da un impiegato laureato in Economia e Commercio, università che crea principalmente solo degli amministratori della ricchezza, e non dei fautori della ricchezza, ma dovrà essere vagliata da specialisti nei settori di competenza. La banca dovrebbe diventare così logistica tra imprenditori e finanziatori e da quello dovrebbe trarne profitto. Chiaramente qualcuno dirà: “Ma ci sono le banche di affari per questo!”. Vero, ma sono più strutturati come enti finanziari che come attività operative sull’economia. Alla fine rappresentano più costi che non vantaggi appunto per la loro visione più finanziaria e di vendita di prodotti finaniari molto discutibili. Soprattutto non entrano nell’economia reale. Un’altra obiezione che mi sono sentito fare è che è molto difficile entrare con competenza nell’economia reale. Certo, lo è, ma ci sono strumenti tecnologici che facilitano enormemente tutto ciò.

E’ chiaro che se a valutare che “affrontare il mercato reale è troppo difficile” è un bancario, anche di alto livello, o un banchiere, diventa chiaro che il mondo bancario, per distanza dal mondo reale, è destinato a fallire velocemente. Uno dei fattori che farà fallire le banche molto velocemente, sarà l’Esaflazione.

Per il momento vorrei solo esortarvi ad una maggiore attenzione a quello che succederà sui vostri conti correnti, con un occhi di attenzione ai costi della loro gestione.

Non abbiate paura a portare i soldi all’estero poiché la i trattamenti sono molto diversi. Soprattutto siate consapevoli che portare via i soldi dal vostro conto corrente in una banca estera, che vi tutela di più di quelle italiane, non è evasione (come i media tenteranno di far sembrare) ma è legale legittima difesa dei vostri sacrifici. Non abbiate paura che le banche italiane, medioevali, falliscano. Subentreranno dall’estero banche con regole internazionali più trasparenti, più moderne e più orientate ad una nuova visione del loro lavoro.

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1 COMMENT

  1. i soldi sul vostro conto in banca sono già di proprietà legale della banca e glieli avete dati con l’unica controprestazione di avere un credito (che non è la stessa cosa che essere proprietario o nemmeno avere un bene o servizio in cambio) Art. 1834 c.c.
    Se non prude nulla già così, vuol dire che siete messi piuttosto male.
    Ora le banche (dopo essersi legalmente pappate la proprietà di quanto conferito in “deposito”) vorrebbero ridurre anche il vostro credito, cambiandolo con dei titoli perché non si può essere così sfacciatamente creditori.
    Più che un esagono sono 6 triangoli che evaporano a soli 60gradi mentre (noi) siamo a 90 🙂

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