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Siringhe & inganni: dalla carne da cannone alla carne da vaccino

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di GIANFABIO CANTOBELLI

L’emergenza sanitaria Covid (e parlare di “emergenza” dopo un anno e mezzo è già un nonsenso), da piaga biblica destinata, secondo la mistificatoria vulgata terroristica propagata h.24 dall’ “informazione” mainstream,  a terminare l’umanità (film già visto con l’AIDS negli anni ’80) si è rivelata essere solo la maleodorante palestra del vigliacco esibizionismo autoritario di personaggi di inarrivabile squallore umano e men che infima caratura etica i quali non si sono fatti scrupolo di prostituire la funzione pubblica (anche ai più alti, anzi, altissimi livelli)  ed il ministero professionale medico ai sordidi interessi di opache conventicole private apolidi, notoriamente allergiche alle dinamiche democratiche e del tutto indifferenti alla preservazione della salute.

Di tanto si trova conferma nell’eclatante divaricazione tra oneste istanze di tutela sanitaria,  rispettose dei principi dell’ars medica ed autenticamente ispirate al dettato costituzionale, e le demenziali, se non controproducenti tout court, misure messe in campo a contrasto della pseudopestilenza .

L’intimidatoria retorica bellicista della “guerra al virus”, la militarizzazione coreografica dell’ufficio commissariale, l’irresponsabile (eufemismo) ostracismo tributato ai protocolli di cura domiciliare appaiono funzionali alla perpetuazione di atmosfere ansiogene  finalizzate a fiaccare la capacità di elaborazione critica della cittadinanza e alla sua riduzione ad inebetita massa amorfa plasmabile con lo scalpello propagandistico della menzogna, quella menzogna che celebra il suo osceno trionfo dacché spaccia per “vaccini”  sieri genici sperimentali dall’efficacia indimostrata e dagli effetti a medio e lungo termine espressamente dichiarati sconosciuti.

L’avido e criminale cinismo delle oligarchie affariste che nel ‘900 reclamava “carne da cannone” per alimentare i profitti di guerre inutili è lo stesso che, nell’era della psicopandemia,  recluta (suonando il piffero mascalzone del “ritorno alla normalità”) “carne da vaccino”  tra le giovani e giovanissime generazioni, logorate da mesi di segregazione imposta contro ogni evidenza scientifica e prive di quei fondamenti teoretici che un sistema educativo fallimentare non ha saputo loro fornire consegnandole, indifese ed inconsapevoli, ad una pericolosa sperimentazione al buio.

L’assalto isterico agli “hub” vaccinali testimonia la tragica regressione cognitiva, indotta dall’ipnosi mediatica, di una comunità civile degradatasi sin troppo facilmente da “polis” a “gregge”, in larga parte alla mercé dell’ignobile paradigma nazisanitario  postulante la rinunzia  alla  sovranità sul proprio corpo in cambio della restituzione di quote di libertà illegalmente sequestrate.

L’illusione che la “strada verso la liberta” passi attraverso l’ago di una siringa è solo l’ultimo, delinquenziale inganno ordito dai fautori della società del controllo totale e dai loro prezzolati  complici annidati nei “comitati tecnici” e nelle “cabine di regia” del  Truman Show pandemico in cui da troppo tempo siamo precipitati e dal quale possiamo e dobbiamo tirarci fuori  opponendoci al sozzo ricatto degli spacciatori di paura  e degli apprendisti stregoni del totalitarismo sanitario.

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4 COMMENTS

    • Appunto, è quello che stiamo facendo e non c’è nulla di nuovo. Il risultato? Siamo arrivati al lasciapassare ottenibile solo dietro il ricatto del trattamento sanitario a loro profittevole. “Generalizzata”. Lì sta il punto, la gente continua a obbedire. Non ci stiamo chiedendo quale possa essere il sistema per convincere le persone alla resistenza. Quale possa essere il metodo per fermare quella che viene giustamente chiamata tragica regressione cognitiva; e io aggiungerei anche intellettiva. Il metodo, insomma, per arrivare all’auspicata resistenza che a sua volta non deve costituire tanto un metodo in sé, quanto un primo e veloce obiettivo.

  1. Opponendoci. Sì, ma come? Le armi ce le hanno loro. Ci stiamo opponendo, con quali risultati? Ci siamo opposti, continueremo a opporci più che altro per mera ragione di testimonianza ma non mi pare che ce ne siamo tirati fuori. Forse occorrerà trovare una nuova maniera di opporsi. Che non escluda temporanee alleanze un tempo impossibili.

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