di MARIETTO CERNEAZ
L’indipendenza della Scozia rimbalza sulle pagine della stampa con una certa costanza. A volte, perchè gli inglesi dicono “adesso no”, altre volte perchè i sondaggi dicono che i discendenti di William Wallace sono maggioranza.
L’ultima delle ragioni per cui, invece, si parla di indipendenza della Scozia è clamorosa: Michael Gove, cancelliere del ducato di Lancaster e braccio destro del primo ministro inglese Boris Johnson,ha confermato che la possibilità di indire un nuovo referendum sulla secessione della Scozia dalla Gran Bretagna “c’è, se ci fosse una volontà consolidata da parte del popolo scozzese”.
In realtà, secondo quanto scrive la testata online “Europanelmondo“, Michael Gove starebbe solo “sfruttando” il momento di massima crisi del Snp, il partito guidato dalla prima ministra Nicola Sturgeon, che si trova in difficoltà dopo gli ultimi dati emersi sull’ecatombe di morti per droga in Scozia, uno dei più grossi problemi che la Sturgeon aveva promesso di risolvere e che sembra solo peggiorare.
“Gli scozzesi – scrivono – sono ora più preoccupati dalle ineguaglianze sociali, dalla sanità e dalla scuola che dall’indipendenza dal resto del Regno Unito e i sondaggi più recenti danno il fronte del sì al 48% (contro il no al 52%). L’ultimo referendum per l’indipendenza fu nel 2014, quando il 55% della Scozia votò per restare con il Regno Unito e il 45% per staccarsi”.
Ovviamente, si tratta di un punto di vista, dato che alle ultime elezioni lo Snp ha praticamente fatto il pieno di voti e continua a sfruttare la “Brexit” per staccarsi dall’Inghilterra e puntare al ritorno nell’Unione europea. La Sturgeon, del resto, spera di fare il colpaccio proprio con un secndo referendum sull’indipendenza, cavalcando, peraltro, la scarsa popolarità del premier Boris Johnson a nord del confine.
magari….praticamente sono come l’italia per la Germania