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Coi talebani non torna il Medioevo, torna l’Islam integralista

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di GUGLIELMO PIOMBINI

I giornali progressisti commentano, in coro, che l’Afghanistan starebbe “tornando al Medioevo”. Il loro scopo è quello di relativizzare e attenuare l’orrore dell’atteggiamento islamico verso le donne facendo credere che un tempo anche in Europa le donne fossero schiavizzate, lapidate, recluse o costrette a indossare il burka.

Vediamo allora com’era la condizione della donna nel Medioevo, secondo due grandi storici, Will Durant e la medievalista Régine Pernoud:

“Condividendo le responsabilità del marito, e accettando con grazia e riserbo le grandiose profferte dei cavalieri e quelle amorose dei trovatori, le dame della società feudale aristocratica raggiunsero una posizione sociale quale raramente prima d’allora le donne avevano goduto … La letteratura di questo periodo è piena di esempi di donne che dominarono i loro uomini. Sotto molti aspetti la donna era riconosciuta superiore: la dama riceveva qualche nozione di lettere, di arte e raffinava il suo gusto mentre l’illetterato marito faticava e combatteva … In ogni classe essa si muoveva con assoluta libertà, raramente accompagnata; affollava le fiere e dominava le feste, si univa ai pellegrinaggi e partecipava alle Crociate … Eleonora d’Aquitania è un nome in una lunga serie di grandi donne del Medioevo: Galla Placidia, Teodora, Irene, Anna Comnena, Matilde contessa di Toscana, Matilde regina d’Inghilterra, Bianca di Navarra, Bianca di Castiglia, Eloisa…”. (Will Durant, L’età della fede”, p. 918, 919)

“Nel Medioevo vi sono donne, provenienti da tutti gli strati sociali, che godono, attraverso la loro funzione nella Chiesa, di un potere eccezionale. Alcune badesse agiscono come autentici signori feudali e amministrano vasti territori che includono villaggi e parrocchie. Vi sono inoltre donne religiose di grande cultura, che possono gareggiare per dottrina con i monaci più eruditi del tempo, come Ildegarda di Bingen e Gertrude di Hefta. L’enciclopedia più nota del XII secolo, ad esempio, è opera di una religiosa, la badessa Herrada di Landsberg. I registri delle imposte della Parigi di fine XIII secolo ci mostrano una folla di donne esercitanti i più vari mestieri: maestra di scuola, medico, farmacista, gessaiola, tingitrice, copista, miniaturista, rilegatrice di libri e così via”. (Régine Pernoud, Medioevo: un secolare pregiudizio, p. 101 s.)

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