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I vaccinati contagiati hanno il 335% di probabilità in più di morire!

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di MARCO COSENTINO

E’ stato pubblicato la settimana scorsa l’ennesimo report sulla variante delta in UK (VEDI QUI). Questo possiamo dire in base ai numeri dei contagi, ricoveri e decessi:

(#) CONTAGI su popolazione
– non vaccinati 183.133 / 15.895.770,3 =
= 1.152,1 x 100.000 (1,15%)
– vaccinati (due dosi) 73.372 / 35.149.802,0 =
= 208,7 x 100.000 (0,21%)

* riduzione del rischio relativo (RRR) dopo vaccino:
(1 – 208,7/1.152,1) x 100 = 82%

* riduzione del rischio assoluto (ARR) dopo vaccino:
1,15% – 0,21% = 0,94%

MA ATTENZIONE: i contagi sono riferiti a un periodo che inizia il primo febbraio, quando i vaccinati completi stavano a zero, e tutto il calcolo andrebbe dunque corretto stimando una quota MOLTO più alta di non vaccinati che si riduce poi nel tempo. Il che ridurrebbe di moltissimo l’efficacia sui contagi. Rimangono validi i calcoli da qui in poi, fatti invece con i contagi a denominatore.

(#) RICOVERI su contagiati
– non vaccinati (2.270 / 183.133) x 100 = 1,24%
– vaccinati (due dosi) (1.236 / 73.372) x 100 = 1,68%

* riduzione del rischio relativo (RRR) dopo vaccino:
(1 – 1,68/1,24) * 100 = -36%

* riduzione del rischio assoluto (ARR) dopo vaccino:
1,24% – 1,68% = -0,42%

(#) DECESSI su contagiati
– non vaccinati (390 / 183.133) x 100 = 0,21%
– vaccinati (due dosi) (679 / 73.372) x 100 = 0,93%

* riduzione del rischio relativo (RRR) dopo vaccino:
(1 – 0,93/0,21) * 100 = -335%

* riduzione del rischio assoluto (ARR) dopo vaccino:
0,21% – 0,93% = -0,72%

(#) DECESSI su ricoverati
– non vaccinati (390 / 2.270) x 100 = 17,2%
– vaccinati (due dosi) (679 / 1.236) x 100 = 54,9%

* riduzione del rischio relativo (RRR) dopo vaccino:
(1 – 54,9/17,2) * 100 = -220%

* riduzione del rischio assoluto (ARR) dopo vaccino:
17,2% – 54,9% = -37,7%

A dire che i vaccinati hanno minore probabilità di contagiarsi, ma se poi si contagiano hanno il 36% in più di probabilità di finire ricoverati e il 335% in più di probabilità di morire. In termini assoluti, 0,94% in meno di contagiarsi, ma se contagiati 0,42% in più di ricovero e 0,72% in più di decesso.

E a parità di ricovero, i vaccinati hanno il 220% in più di probabilità di decesso, in termini assoluti +37,7%.

Ovviamente ricoveri e decessi in una situazione nella quale verosimilmente le terapie precedenti sono paracetamolo, se va bene aspirina, e attesa vigile, ovvero con amplissimi margini di miglioramento.

Per concludere comunque su quel che da tempo ci si dice: con la vaccinazione si riduce in certa misura il rischio di contagio. Ma se poi ci si contagia, la prospettiva è la medesima, vaccinati o meno. O forse addirittura peggio dopo vaccino, molto peggio secondo i dati UK.

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9 COMMENTS

  1. Scusate ma il calcolo è fuorviante perché non considera che i vaccinati sono principalmente over 50 di età (quindi molto più vulnerabili), i non vaccinati sono under 50. Nella tabella dello studio partendo dai dati usati dal professore ma considerando anche le fasce d’età ecco cosa, succede:
    Mortalità vaccinati>50=1,98% (652/32828)
    Mortalità non vaccinati >50=6,5% (318/4891)
    Mortalità vaccinati <50=0,067% (27/40544)
    Mortalità non vaccinati <50=0,04% (72/178240)

    Queste sono ben altre conclusioni.
    Purtroppo essere esperti in farmacologia non significa essere esperti di analisi dei dati e statistica

    • Le mie fonti al San Raffaele, mi confermano quanto il dottor Cosentino sia esperto, preparato e credibile. I dati ci dicono che non è mai esistita una pandemia, dato che il tasso di mortalità in Italia è dello 0,14%!!! Di più, da ieri, anche uno studio dell’Università di Pavia ha, finalmente, svelato che oltre il 50% dei morti cosiddetti per Covid, in realtà sono morti di altro nel 2020. Detto ciò, l’unica verità è che qui siamo in un sistema totalitario che pretende di obbligare persone sane a curarsi da una malattia che nel 99.86% dei casi non porta alla morte, anzi!

  2. Quando si sostiene che i vaccinati siano soprattutto gli anziani e che questi abbiano un rischio esponenziale di morte maggiore dei giovani, si ammettono involontariamente due cose:
    1) Inoculare quest’ultimo siero agli anziani significa anticipar loro la morte;
    2) I vaccini antinfluenzali stagionali somministrati agli anziani non servono a proteggerli ma solo ad aumentargli i rischi.
    Inoltre, quando si parla di stragrande maggioranza di non vaccinati ci si deve riferire ai minori e non ai giovani in generale. Altrimenti non si spiega come si sarebbe superata la soglia del 75% per cento della prima dose. Pertanto è proprio con il riproporzionamento per fasce anagrafiche che lo studio riesce a dimostrare l’esattezza e non il contrario di quanto riportato nel titolo.

    • Signor fenomeno, l’autore è un ricercatore dell’Università dell’INsubria esperto in farmacologia. Veda di studiare e tacere

  3. I vaccinati sono sopratutto gli anziani, che da sempre si sa avere un rischio di morte esponenzialmente maggiore dei giovani, che sono la grande maggioranza dei non vaccinati. Se riproporzionato per classe d’età, lo studio dimostra l’esatto contrario di quanto riportato nel titolo.

  4. Io credo che questi conteggi siano sbagliati. E un articolo del genere vada ad alimentare un filone di pensiero che porta a gravi conseguenze sanitarie e sociali. No, non sono d’accordo

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