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Transumanesimo: guai ad assomigliare alla Barbie! A meno che non sia transgender!

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di LEONARDO FACCO

Le odierne democrazie pseudo-liberali si stanno sgretolando sotto i colpi del pensiero unico politicamente corretto, che spinge per “creare una società ideale che sia una società dai contorni liquidi”, un incrocio fatto di genderismo massimalista e cancellazione culturale. Si tratta di una “società fluida” senza confini, senza barriere sociali, culturali, territoriali, umane, sessuali, che ha perso la propria identità, che si aggrappa all’ipocrisia del rispetto formale, che va perdendo anche i propri valori. Transumana appunto. I sostenitori di questo modello di società sono figli del marxismo e in buona parte del Sessantotto.

L’ideologia progressita è solo un ammasso inconsistente di contraddizioni e odio. Racconta, ad esempio, che la “Barbie” impone una bellezza irraggiungibile alle ragazze, e che non dovrebbero mettersi a dieta, dipingersi le labbra o vestirsi in maniera accattivante per cercare di somigliarle. Addirittura, le incoraggia a non radersi nemmeno le ascelle per non “sottomettersi” a questo canone di bellezza “occidentale, consumista”.

Al contempo però, gli stessi progressisti ti dicono che il bambino, il maschietto, che sente di voler assomigliare alla “Barbie”, deve iniettarsi ormoni femminili e sottoporsi a operazioni invasive e irreversibili di amputazione e castrazione fino a quando non sente di assomigliare alla bambolina della Mattel.

Capito? Facessero pace col cervello non sarebbe male! Invece, grazie alla propaganda martellante della stampa igienica l’omofobo patriarcale sarei io, secondo questi criminali marxisti!

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