di MARIETTO CERNEAZ
Dall’ inizio di questa tragica farsa pandemica, il governo nega l’esistenza delle cure domicialiari, nega l’utilità di farmaci noti alla letteratura, nega la possibilità di guarire insomma!
Eppure, una equipe di medici della Università di Aix-Marseille, un istituto universitario pubblico situato in Provenza, ha effettuato uno studio condotto nel day hospital di quell’istituto da marzo a dicembre 2020 in adulti con infezione dimostrata dalla PCR, trattati ambulatorialmente con un protocollo standardizzato, formato da Idrossiclorochina (HCQ) e l’antibiotico Azitromicina (AZ). Ebbene – come riporta il blog di Sabino Paciolla – Tra 10.429 pazienti (età media, 45 [IQR 32-57] anni; 5597 [53,7%] donne), 16 sono morti (0,15%).
“Il tasso di mortalità per infezione è stato dello 0,06% tra gli 8315 pazienti trattati con HCQ+AZ. Nessun decesso si è verificato tra gli 8414 pazienti di età inferiore ai 60 anni. L’età avanzata e il sesso maschile erano associati a un rischio più elevato di morte, trasferimento in terapia intensiva e ospedalizzazione. Il trattamento con HCQ+AZ (0,17 [0,06-0,48]) è stato associato a un minor rischio di morte, indipendentemente dall’età, dal sesso e dal periodo epidemico. La meta-analisi ha evidenziato la coerenza con 4 precedenti studi ambulatoriali (32.124 pazienti – Odds ratio 0,31 [0,20-0,47], I2= 0%). Il trattamento ambulatoriale precoce di COVID-19 con HCQ+AZ come standard di cura è associato a una mortalità molto bassa e HCQ+AZ migliora la sopravvivenza al COVID-19 rispetto ad altri regimi”.
Lo studio è stato pubblicato in Review Cardiovascular Medicine. Ve lo presento nella mia traduzione. Buona lettura.