di CARLO CAGLIANI
Quando qualcuno, da tempo, afferma che il ministro Roberto Speranza non può passarla liscia (e con lui tutti i membri del governo Conte, di quello Draghi e le opposizioni stesse) non esagera.
Eppure – come ha scritto Stefano Filippi su “la Verità”, «il ministero della Salute ne è sempre stato certo: per combattere a casa i sintomi del Covid-19 non c’è nulla di meglio che tachipirina e vigile attesa. Un’impostazione che non ha riscontri negli altri grandi Paesi europei perché nessuno di essi ha varato linee guida come quelle volute dal Roberto Speranza. E da lui difese anche in sede giudiziaria: ministero e Agenzia del farmaco fecero ricorso al Tar (vincendolo) contro la sospensiva urgente del protocollo. La sospensiva avrebbe lasciato liberi i medici di trattare i casi «in scienza e coscienza» e forse avrebbe fatto comodo allo stesso ministero, che avrebbe potuto togliersi la responsabilità di imporre una terapia domiciliare precisa. Invece no, tachipirina e vigile attesa sono stati difesi con determinazione».
In una trasmissione di quache mese fa, il dottor Stramezzi – intervistato da Rete4 – disse senza mezzi termini che curando le persone a casa (non usando il paracetamolo) si sarebbero salvate 50.000 vite! I nodi stanno arrivando al pettine?
Sempre da la Verità: «Lo studio coordinato dal San Matteo (intitolato Paracetamolo nel trattamento domiciliare dei primi sintomi della Covid-19: un possibile nemico piuttosto che un amico per i pazienti anziani?) cita anche altre ricerche che vanno nella stessa direzione. Il primo contributo risale addirittura al maggio 2020 e porta le firme del professor Giuseppe Remuz z i , direttore dell’Ist i tuto di ricerche farmacologiche Mario Negri, e di Fredy Suter, ex primario di malattie infettive all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo»
Ci sarà un giudice anche nella Berlino italiana che, prima o poi, deciderà di mandare alla sbarra il politico lucano e i suoi compari?
Corda saponata e lampioni.
Non ci saranno neanche corde e lampioni. Se la magistratura è priva di spina dorsale, figuriamoci l’italica popolazione. Qualora dovesse emergere la verità, ci sarebbe la fila per saltare sul carro dei vincitori. Gli pseudoscienziati si metterebbero ad affermare che “loro l’avevano detto” e gli elettori babbei saranno pronti a sostenere i difensori politici di siffatti opportunisti. La fotografia di Dario Fo in divisa repubblichina l’abbiamo vista solo dopo interminabili e insulsi decenni.
Mi permetto di rispondere alla domanda finale di Carlo Cagliani. Non ci sarà. I giudici italiani per vincere il concorso hanno dovuto dimostrare di essere privi di spina dorsale e la citata vittoria dei neofascisti al TAR ne è la prova. L’unico giudice da auspicare non dovrà essere della giurisdizione di Berlino ma di quella di Norimberga.