di EUGENIO CAPOZZI
Hanno imposto uno stato di emergenza che non esiste nella Costituzione italiana. Lo hanno prorogato più volte, in spregio a qualsiasi regola. In base a esso hanno violato per due anni i più elementari diritti civili sanciti dalla Carta.
Continuano a tenerlo in vigore nonostante oggi non esista nessun allarme sanitario. Minacciano di prorogarlo, in modo totalmente arbitrario, anche dopo il 31 gennaio, non fornendo alcun criterio in base al quale stabilire quando si potrà ritornare alla normalità, spingendo verso uno stato di eccezione permanente.
Hanno imposto un lasciapassare sanitario che comporta discriminazioni vergognose, e viola il principio di uguaglianza tra i cittadini, cercando di indurre tutti con il ricatto a subire un trattamento sanitario non obbligatorio, inutile a gran parte della popolazione, dall’efficacia limitata, nonostante il rischio di effetti collaterali anche gravi; usandolo come strumento invasivo di controllo della vita privata dei cittadini.
Minacciano di prorogarne la durata arbitrariamente oltre il 31 dicembre, nonostante sia evidente che esso non abbia nessuna utilità sanitaria. Ora violano anche la libertà di riunione e di manifestazione, giustificando la repressione del dissenso con falsi motivi sanitari, insultando impunemente chi si oppone al governo, distinguendo tra piazze “buone” e “cattive”, aizzando l’odio nella società.
Cosa deve succedere ancora per convincere gli ignavi, i dubbiosi, i conformisti che il governo passato e quello presente sono, alla pari, (quello presente anche peggio di quello passato) artefici di un regime che calpesta i fondamenti della democrazia liberale? Qualsiasi forza politica e sociale, qualsiasi cittadino che non si schieri senza equivoci, contro questa deriva dispotica e violenta, unica in tutto l’Occidente, è complice di essa.
L’unica opzione possibile per una società civile degna di questo nome è la resistenza nonviolenta, la disobbedienza civile, il boicottaggio di ogni norma illegittima di questo regime fuorilegge, fino a che esse non vengano tutte revocate.
Ho sempre maggiori perplessità sulla non violenza della resistenza.
Mio padre consigliava di essere più cattivi coi cattivi, e più buoni con i buoni.
Ritengo, quindi, che anche la nobile non violenza possa avere un limite.
Soggettivo di certo.
Sto ragionando sull’oggettività.
Problema interessante ma solo sul piano teorico. Per poter essere cattivi occorre l’equipaggiamento adatto. La domanda è sempre la stessa: ce l’abbiamo? Se si vince, il problema non si pone più; si può anche essere magnanimi con gli sconfitti dimostrando superiorità etica. La questione è il prima e non riesco a trovare una soluzione pratica. Limiti a parte.
Cos’altro deve succedere? Nulla, è già successo quello che non doveva succedere. I babbei continuano a non accorgersi delle menzogne, malgrado gli annunci di terze o quarte dosi che sbugiardano l’efficacia vaccinale e confermano che si vuole solo vendere annualmente o semestralmente il classico trattamento antinfluenzale. Le sole opzioni sono resistenza, disobbedienza e boicottaggio? Allora sono opzioni inutili: la gente non resiste a stare senza discoteca o stadio, non disobbedisce agli ordini illegittimi e non boicotta i vergognosi lasciapassare. Non tutti, certo, ma quanti sono? Quanti siamo e chi siamo? Siamo una sufficiente minoranza o serve qualcos’altro? Sicuramente serve qualcos’altro e non so neanche esattamente cosa.