di VALENTINA CAVINATO
Cosa sta succendo nei Caraibi francesi? A Guadalupa e Martinica è in corso quanto segue:
- SCIOPERO GENERALE
⁃ Blocco della circolazione (alle 5:00 di mattina auto e camion paralizzano le principali arterie).
⁃ Divieto di accesso a tutte le zone industriali (barriere create con cataste di pallet e molti pneumatici).
⁃ Blocco del porto.
⁃ Blocco della raffineria: benzina disponibile solo per il personale medico, per i mezzi di soccorso e per le FFOO (i camion si mettono di traverso nelle strade che portano alla raffineria).
⁃ Chiusura di tutte le attività.
Nel 2009 ho vissuto in prima persona questa situazione per 45 interminabili giorni, nella mia meravigliosa seconda terra (Martinica), e vi posso garantire che è un trauma difficile da dimenticare. In quei terribili 45 giorni ho potuto capire meglio i racconti dei miei nonni su quello che avevano vissuto durante le due guerre mondiali.
-Il carburante è introvabile.
-I supermercati vengono presi d’assalto, perché gli abitanti sanno benissimo che con il blocco del porto non arriveranno più i container con i generi alimentari e gli scaffali rimarranno vuoti per molto tempo (per tutta la durata dello sciopero e dalla fine dello sciopero almeno altre due settimane per permettere alle navi di arrivare). L’unica salvezza è riuscire a fare scorta di scatolame il prima possibile.
Ma torniamo all’attuale sciopero generale e alle proteste di questi giorni.
In Guadalupa lo sciopero generale è cominciato il 15 novembre. La polveriera si è già incendiata da giorni. I manifestanti hanno anche sparato sulle auto della gendarmerie.
Dalla métropole sono già sbarcati nell’isola 2.300 CRS (corpo speciale antisommossa della polizia nazionale). In Martinica lo sciopero generale è cominciato lunedì 22 novembre.
Le insensate e draconiane restrizioni che gli abitanti stanno ormai subendo da troppi mesi, anche durante quelli estivi, hanno portato all’esasperazione. Il coprifuoco dalle ore 18:00 alle 5:00, il divieto di accesso alle spiagge anche per farsi semplicemente una nuotata, l’obbligo di autocertificazione anche per andare a fare la spesa, il divieto di spostarsi oltre un chilometro da casa (a Milano nel raggio di un chilometro trovi tutto, in quelle isole il supermercato più vicino a casa può trovarsi anche a più di dieci chilometri).
Hanno preso parte alle proteste anche i vigili del fuoco, che fanno parte del personale sanitario. Sono tutti contro l’obbligo vaccinale e contro il Pass.
La legge francese stabilisce che l’esercito possa intervenire solo dopo 45 giorni dall’inizio dello sciopero generale. Tuttavia sono molte le leggi che, durante questa farsa pandemica, vengono ignorate dai governanti.
La percentuale di vaccinati in queste due isole (35-40%) non aumenterà di sicuro e quindi vedo solo due possibili scenari:
– o il governo alleggerirà un po’ le restrizioni, riducendo questa dittatura sanitaria senza precedenti
– o scoppierà una guerra civile, in cui scorrerà il sangue.
(Durante i 45 giorni di sciopero del 2009 ci fu qualche morto.)
Un particolare da non dimenticare: le elezioni presidenziali francesi si terranno tra pochi mesi, il 10 aprile e il 24 aprile 2022).
Ringrazio pubblicamente un mio carissimo Amico martinchese (direttore generale della più grande azienda di distribuzione horeca), che mi tiene costantemente informata in tempo reale, anche durante la notte.
P.S.: i blocchi sono attivi h24, le persone si danno il cambio.
Bravi.
E’ questo il sistema giusto.
Pronti a scendere anche in armi, perchè il potere non li lascerà stare.