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Dalla padella italiana alla brace cinese

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di MATTEO CORSINI

In uno dei consueti editoriali della domenica sul Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini si dedica alla inefficiente democrazia italiana, osservando che, nonostante l’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi, in Parlamento siano stati presentati 6.290 emendamenti alla legge di bilancio per il 2022.
Osservazione di per sé pertinente, per quanto sia noto che qualsiasi legge di bilancio è soggetta ad assalti alla diligenza anche da parte delle forze di maggioranza. Figuriamoci quando, come nell’ultimo biennio, in nome della lotta al Covid e sapendo che ci sono circa 200 miliardi da spendere in un quinquennio, le manovre sono in ampio deficit senza che la Commissione europea abbia alcunché da dire. Fabbrini vorrebbe che il governo avesse mano (ancora) più libera, evidentemente. Scrive infatti:
  • Analizzando le conseguenze della pandemia nei vari Paesi, Frank Fukuyama ha mostrato come esse siano state contenute là dove i governi hanno governato, mentre sono state drammatiche là dove i governi non hanno governato. Basti vedere, all’interno dell’Unione europea (Ue), la differenza drammatica tra la performance dei governi dell’Europa occidentale (dove, in media, più di tre quarti della popolazione adulta è stata vaccinata) e i governi dell’Europa orientale (dove, in alcuni casi, meno di un terzo è stata vaccinata). La pandemia ha mostrato che la debolezza del governo porta alla morte dei cittadini.
In realtà non è che ci siano governi che hanno governato e altri che non lo hanno fatto. Semplicemente alcuni governi hanno più di altri compresso la libertà dei cittadini, trattandoli quindi in maniera più o meno intensa come incapaci di intendere e di volere. Ma cosa intende Fabbrini, dunque, per governare?
  • Per poter governare, però, ci vuole la stabilità di chi governa. Un governo non può dipendere dalle fibrillazioni quotidiane della propria maggioranza, come invece avviene in Italia… Il premier Draghi piace perché sa prendere decisioni, ma il nostro sistema non è fatto per promuovere il ruolo del premier.”
In effetti ci sono diversi posti nel mondo in cui il capo del governo (o dello Stato, a seconda dell’assetto istituzionale) gode di “stabilità” e può prendere decisioni senza dipendere dalle fibrillazioni di alcuno. Per esempio la Cina, tra l’altro non di rado citata come esempio da chi in nome della lotta al Covid non ha remore a soprassedere sulla rivudezza (per usare un eufemismo) metodi cinesi.
Non sarò certo io a difendere il Parlamento italiano, ma trovo abbastanza inquietante identificare il governare con la severità di limiti, obblighi e divieti imposti ai cittadini.  Se, in nome della governabilità, si finisse per sposare un approccio del genere, il passaggio pe rgli individui sarebbe dalla padella alla brace.

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2 COMMENTS

    • O forse è consapevole che il popolo babbeo, la spranga in mano non la prenderà mai. Piuttosto chiedo a Il Miglio Verde come ci si possa attivare perché la Legge 1/2018 venga rispettata. Se dice al massimo due anni, non si può andare oltre con lo stato di emergenza. Chiedono legalità ma poi sono i primi a infrangerla sfacciatamente. Con quale strumento giuridico pensano sia possibile arrivare al prossimo trentuno marzo? Occorre che gli studi legali si attivino subito perché se speriamo nelle spranghe popolari rischiamo di continuare a illuderci.

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