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“Uno e indivisibile”. Una maledizione di nove sillabe sul genere umano

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di PAOLO L. BERNARDINI

In diverse occasioni ho tentato di suggerire ad editori la traduzione in italiano del “Table Talk” di John Selden, il grande giurista inglese del Seicento, la “gloria della nazione inglese” secondo Grozio. Non sono mai riuscito nell’intento. E dire che in Italia Selden conta, tra i suoi cultori, una figura eccentrica ed intelligente come Sergio Caruso, già ordinario di Filosofia politica a Firenze, che al sommo anglo dedicò nel 2001 due volumi straordinari. Di recente la Cambridge University Press ha ripubblicato i “discorsi a tavola” di Selden, appunto “Table Talk”, nell’edizione ottocentesca (1847) di Samuel Weller Singer (1783–1858); in mancanza di meglio, degnissima come apparati e note. Sono frammenti, aforismi, frasi confidenziali, confessioni. Splendide.

“Syllables govern the world”, è l’aforisma di Selden che tanto significato porta, e che non smetto di citare. E che qui, per l’appunto, si trova. “Sillabe governano il mondo”, e dal 13 settembre 1791 nove sillabe compongono la più nefasta delle condanne, per il genere umano. Il regno di Francia, secondo la Costituzione francese del 1791, mai effettivamente applicata, che prevedeva la monarchia costituzionale, è e deve essere “uno e indivisibile”. Al titolo II: “Il Regno è uno e indivisibile; il suo territorio è distribuito in ottantatré dipartimenti, ogni dipartimento in distretti, ogni distretto in cantoni.” Donde deriva questa nefasta combinazione di sillabe, che fino ad ora – fino alle stragi belliche di oggi – hanno governato il mondo? Ai posteri – se ce ne saranno – l’ardua sentenza, anche se diecine di pensatori politici e storici costituzionali si sono cimentati col tema. Un riferimento divino: “uno e trino”? A quale ideale metafisico di “unità” si ispirava questa frase, a qualcosa che non può essere “diviso”, come gli sposi nel matrimonio, “finché morte non li separi”?

La morte sta separando, lo sfollamento sta separando, mentre scrivo queste righe – ci tengo a dirlo, il 16 marzo 2022 alle ore 15:50 – ebbene forse sono già tre milioni gli sfollati dalla guerra in Ucraina. Più circa 7 milioni di sfollati interni. Insomma, non solo la morte separa. Ma no, gli Stati, LO STATO, nuovo Dio, deve essere unito per sempre, uno e trino come il Dio cristiano, uno e diviso in quattro parti almeno (storicamente del tutto differenziate), come l’Ucrania. Che però deve stare unita! Unito per separare i corpi dalle anime, i fratelli dai fratelli, i figli dalle madri, i madri dai mariti. Unito per lacerare.

A volo d’uccello, ma l’uccello è un’aquila che tutto vede e tutto uccide, o un corvo del malaugurio, lo “uno e indivisibile”, le nove sillabe (a seconda di come le si conti), si ripresenta puntuale. Ecco l’articolo I della Costituzione del 1793, la “Costituzione dell’anno I”, quella che accompagnò nel suo breve corso, e qual onore!, il Terrore giacobino:

  • Article 1. – La République française est une et indivisible.

La firmò Robespierre. Una vera garanzia. Ma caduta nella cesta la testa del firmatario, il Direttorio si dota della Costituzione del 1795, o anno III. Anche qui si legge: Art. 1 – La Repubblica francese è una e indivisibile. Dura fino al 1799, e finalmente viene emessa una costituzione più adeguata ai tempi. E al nuovo potere del Consolato: ma anche qui: “La République française est une et indivisible. Son territoire européen est distribué en départements et arrondissements communaux.”

Ora, facciamo un immenso salto di tempo e spazio, senza parlare della presenza delle sillabe maledette e diaboliche nelle costituzioni italiana e spagnola: in virtù della loro presenza si è umiliata la volontà di indipendenza del popolo catalano, che nel 2014 con molti di noi testimoni ha votato per la secessione dalla Spagna. Questa l’Europa modello di civiltà, patria del diritto, madre di libertà? Andiamo bene.

Facciamo un salto immenso di tempo e di spazio e guardiamo alla Costituzione ucraina: “Art.1. L’Ucraina è uno stato sovrano, indipendente, democratico, sociale basato sulla legge. Art. 2. L’Ucraina è uno stato unitario. Il territorio dell’Ucraina con i suoi confini presenti è indivisibile e inviolabile.” Lo riporto anche in lingua ucraina.

  • Стаття 1. Україна є суверенна і незалежна, демократична, соціальна, правова держава.
  • Стаття 2. Суверенітет України поширюється на всю її територію. Україна є унітарною державою. Територія України в межах існуючого кордону є цілісною і недоторканною.

La Dichiarazione di Indipendenza dell’Ucraina dalla dissolta URSS data 24 agosto 1991. Sono passati duecento anni esatti dalla Costituzione francese rivoluzionaria del 1791. La Costituzione entra in vigore nel 1996. La Storia si ripete con la regolarità con cui il macellaio mette per i suoi clienti la carne sul bancone.

Ora, l’Ucraina è tradizionalmente divisa in almeno due grandi zone geopolitiche, e storiche, e questo da secoli e quasi da un millennio. Ottimo libro, anche se molto ampio, che consiglio, è quello di Massimo Vassallo, “Storia dell’Ucraina”, uscito nel 2021, quindi molto aggiornato, da Mimesis di Milano. Per alcuni interpreti, come Michele Rallo, altro storico e politico italiano, sono poi almeno quattro, queste zone di storica, secolare o millenaria, divisione del “Paese”. L’Ucraina è anche religiosamente divisa, tra greco-cattolici e greco cattolici-ortodossi o Patriarcato bizantino, a partire dal doloroso scisma del 2009 (Sinodo Ortodosso riunitosi a Briuchovicil). Scisma che si inserisce in controversie secolari. Niente, nessun bene, ma soprattutto, nessuna disgrazia, nasce dal caso.

E invece, per ossequiare tutta una serie di interessi (molto cinici, molto materiali, molto legati all’UE erede del III Reich), ma anche ignoranza e superficialità, come se ogni costituzione debba contenere l’ingrediente di “uno e indivisibile” come il pesto deve avere il basilico, ecco che in una situazione di frammentarietà non occasionale, ma millenaria, si concepisce (qualcuno concepisce) una costituzione che contiene le nove sillabe maledette. Probabilmente tutto quel che sta accadendo sarebbe accaduto lo stesso, per il mondo slavo certamente le costituzioni hanno un significato e un peso diverso rispetto a quello che hanno per il mondo europeo-occidentale e americano, ma una costituzione federale o addirittura una confederazione senza costituzione avrebbe omaggiato molto di più la tradizione ucraina, una terra che perfino nel nome evoca il “confine”.

Del senno di poi sono piene le fosse e infatti mentre scrivo continuano a riempirsi. Che addirittura le costituzioni moderne inizino evocando tale nefasta manciata di sillabe, tale scriteriato dogma, le mette in subordine perfino rispetto a costituzioni balorde, come quella francese del 1791 (che prevedeva per la Francia una monarchia costituzionale: re e consorte finirono infatti di lì a poco decapitati) che però solennemente principiavano con dichiarazioni generali dei diritti dell’uomo e del cittadino, poi del tutto disattese dai governi, ma almeno dichiarate “apertis verbis”: ecco questa:

“I Rappresentanti del Popolo Francese, costituiti in Assemblea Nazionale, considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le sole cause delle sfortune pubbliche e delle corruzione dei governi, hanno deciso di esporre, in una solenne Dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché questa Dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi ad essi i loro senza posa i loro diritti e i loro doveri; affinché gli atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo, potendo essere in ogni momento confrontati coi fini di tutte le istituzioni politiche, vengano maggiormente rispettati; affinché i reclami dei cittadini, fondati d’ora in poi su princìpi semplici ed incontestabili, siano sempre rivolti al mantenimento della Costituzione ed alla felicità di tutti. In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, alla presenza e sotto gli auspici dell’Essere supremo, i seguenti Diritti dell’Uomo e del Cittadino”. Amen.

L’Essere Supremo è diventato, ma forse già nella loro mente lo era, il “Regno Uno e Indivisibile”, cioè lo Stato elevato a divinità, per il bene, l’arricchimento, lo scrocco, dei suoi tenutari, i nuovi sacerdoti che al Vangelo, per l’appunto, hanno sostituito le Costituzioni, i vangeli laici che permettono ad alcuni di vivere (da oligarchi!) alle spalle di tutti gli altri, miserabili. E così le sillabe diaboliche hanno colpito ancora.

Se l’Europa avesse accolto le istanze della Catalogna, Putin, che non è stupido, avrebbe trovato altri mezzi per annessioni e riconoscimenti. Ma no, invece tutti schierati e prostrati davanti alle nove sillabe, che rappresentano concreti, miserabili interessi. E la Catalogna, che pacificamente, democraticamente ha votato per la scissione, rimane spagnola.

Quel che le costituzioni balorde, vangeli che raccontano la vita di Lucifero, e non di Cristo, tengono unito, ebbene, lo separano i cannoni e i carriarmati, i caccia e i bombardieri. Perfino la costituzione estone del 1992 prevede, da subito, unità e indivisibilità del territorio. L’Estonia è grande il doppio della Lombardia, ma ha meno degli abitanti di Milano, sono 1,4 milioni. Ma se qualcuno di loro, se qualche parte di questo territorio, volesse diventare russo? Il confine con la Russia, parzialmente acqueo, è molto lungo. Non credo. Ma la costituzione lo impedirebbe. Diceva Mises, i popoli devono essere liberi di scegliere a quale stato concedersi, a quale amministrazione sottoporsi, se propria o straniera, nel modo meno vincolato.

Ma così non è. E forse non è mai stato.

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