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Nuova crisi, ennesimo grottesco capitolo della politica italica

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di MATTEO CORSINI

Sono passati diciotto mesi da quando Giuseppe Conte dovette affrontare la fine del suo secondo governo, quello giallorosso. All’Epoca fu Matteo Renzi ad accelerare la crisi, cosa di cui in quei giorni venne accusato e che in seguito rivendicherà come un merito, perché nel frattempo era nato il governo Draghi. In quella fine di gennaio 2021, mentre saliva al Quirinale per consegnare le dimissioni, Conte affermava solenne:

  • “Il Paese ha bisogno di un governo con una prospettiva chiara e una maggioranza ampia. Un governo con prospettive di salvezza. È il momento, che emergano in Parlamento le voci che hanno a cuore le sorti della Repubblica.”

Ovviamente c’era la pandemia, c’erano i fondi del Next Generation Eu da ottenere. Tutti motivi per cui era da “irresponsabili” provocare una crisi di governo. L’allora sostenitore di Conte, Luigi Di Maio, affermava altrettanto solennemente: “È il momento della verità, in queste ore capiremo chi difende e ama la Nazione e chi invece pensa solo al proprio tornaconto.”

Passa un anno e mezzo, Conte nel frattempo diventa presidente di ciò che resta del M5S, mentre Giggino si è messo in proprio, dando vita a “Insieme per il (nostro) futuro”, sfilando qualche decina di parlamentari a quello stesso Movimento che lo ha portato dagli spalti dell’allora stadio San Paolo al ministero degli Esteri, passando per quello dello Sviluppo economico e del Lavoro. E potrebbe riciclare quella stessa dichiarazione.

Adesso, infatti, l’irrensponsabile è Conte, che dopo aver presentato una lista della spesa (rigorosamente senza coperture) a Draghi, ha provocato una crisi di governo, cercando peraltro di dare la colpa a chi ritiene reo di non aver sottoscritto ogni parola della suddetta lista della spesa.

Nell’attesa di vedere come andrà a finire questo ennesimo grottesco capitolo della politica italica, l’unica amara certezza è che per i pagatori di tasse non ci sarà nessuna buona notizia nei prossimi mesi. Non una novità, peraltro.

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