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“Glass Onion”, il film che punta a disgregare il sogno americano

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di LORENZO IMBASCIATI

Glass Onion – Knives Out (Glass Onion: A Knives Out Mystery) è un film del 2022 scritto e diretto da Rian Johnson. A dispetto delle apparenze, il film ha un obiettivo morale molto evidente: la distruzione del sogno americano.

La storia racconta di un eccentrico miliardario (Ed Norton) che invita i suoi amici più stretti – disgregatori li chiama per vellicarne l’anticonformismo – ad una festa in una isola greca di sua proprietà con il programma di risolvere un enigma: trovare l’assassino del padrone di casa. L’unico a non essere un “amico” è il detective Benoit Blanc (Daniel Craig) che il padrone di casa non ha invitato ma che però viene accolto e fatto partecipare dopo aver verificato che aveva ricevuto il biglietto di invito.

La promessa del film di far partecipare gli spettatori alla soluzione di un enigma viene tradita due volte. La prima subito, quando, in quattro e quattr’otto, Benoit Blanc scopre che è stato lo stesso padrone di casa ad mettere in opera un lancio di dardo temporizzato da una balestra. Il lancio avviene ma tutti sanno già che le ferite sul padrone di casa sono finte. Il miliardario si lamenta di quanto il detective, con la rapida soluzione dell’enigma, gli abbia rovinato il gioco, rivelando di aver pagato a caro prezzo la persona che lo aveva architettato. Qui si manifesta la prima irrisolta incongruenza, che continua poi fino alla fine del film: da una parte c’è la volontà di rappresentare il miliardario come un malvagio capace di architettare qualcosa di complesso e coinvolgente per il pubblico; dall’altra quella di rappresentarlo come uno stupido, che -anche nella realizzazione del proprio capriccio- non è autonomo ed è costretto a pagare a caro prezzo il consulente che lo aiuta.

Nel seguito, la promessa di coinvolgere il pubblico nella soluzione di un enigma viene rinnovata: si scopre che tutti gli invitati hanno motivo di avercela con il padrone di casa ma che tutti contano sui suoi favori per raggiungere i propri obiettivi professionali. Tutti tranne due: il detective e l’ex-socia estromessa.

Si scopre che la vera ex-socia è stata uccisa e che quella che la impersona è la gemella che ha ingaggiato e invitato il detective per vendicare la sorella. A differenza dei film nel cui filone si vorrebbe inserirlo, i personaggi sono presentati con infantile semplicità.

C’è il cattivo e stupido miliardario bianco, che si fa in quattro per mettere sul mercato un carburante economico e abbondante ma senza averne testato la sicurezza (!), che non si fa scrupolo di corrompere i testimoni con cui esautora la ex-socia, ma che è anche stupido e ignorante e confonde il mare egeo con lo ionio e chiama punto di volta la chiave di volta. C’è la modella in disarmo che monetizza la sua vicinanza col miliardario facendo collegare a se l’immancabile fabbrica che sfrutta i lavoratori in estremo oriente. C’è l’influencer macho e maschilista che fa prostituire la fidanzata per ottenere dal miliardario di inserire i suoi video nel suo giornale. C’è la governatrice che deve le sue fortune politiche all’appoggio con l’eccentrico miliardario. Poi c’è l’ex socia -nera- che è stata prima esautorata perché contraria al business del carburante economico ed è stata uccisa quando ha cercato di rientrare in possesso della sua parte di società e la sua gemella che la vuole vendicare che fa l’insegnante alla scuola elementare.

Chi conosce il razzismo di Netflix non sarà certo intrigato dal processo di scoperta su chi sono i buoni e i cattivi: i buoni sono i neri -le due gemelle- e il cattivo è il bianco miliardario. Gli altri figurano come deboli che vengono riscattati dalla vendetta della gemella insegnante.

L’ambizione di dare al mondo un carburante economico viene ridicolizzata così come vengono ridicolizzati i capricci da miliardario: aver pagato per avere in prestito dal governo francese la Gioconda o il molo per la nave che funziona solo con la bassa marea (nel Mediterraneo questo non è possibile ma non ditelo a Netflix). Tra le buone gemelle e il cattivo, gli altri personaggi veicolano anch’essi un messaggio morale. Non importa se hanno vigliaccamente scelto di tradire un’amica consentendo al suo socio di portarle via la società, non importa se si abbassano ad ogni compromesso pur di raccogliere i vantaggi di appartenere all’inner circle del miliardario. Non importa nemmeno se fanno prostituire la fidanzata.

Quello che conta è che si redimono sotto la guida dell’insegnante nera, rinnegando il miliardario e distruggendo il suo patrimonio. Infine la “buona”, già che c’è, distrugge anche la Gioconda, patrimonio dell’umanità e simbolo di un’eccellenza che evidentemente non può più essere tollerata. Per il senso che si vorrebbe comune, il compimento della vendetta dell’insegnante nera vale di più del quadro più famoso del mondo: chi lo distrugge rimane “buono” e chi ambisce all’eccellenza è uno stupido e un malvagio allo stesso tempo.

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