di PIERGIORGIO MOLINARI
Ieri Presidenza del Consiglio, Camera, Senato, Ministero Salute, Aifa e Iss hanno ricevuto il primo report completo sulla mortalità in eccesso in Italia. Dai dati emerge che:
- 1) Gli anni 2021 e 2022 registrano un eccesso di mortalità complessiva molto superiore alle normali fluttuazioni rispetto alla media 2015-2019: l’eccesso di mortalità dell’anno 2022 è di 67.879 decessi, mentre la deviazione standard del quinquennio 2015-2019 è di 12.960 decessi;
- 2) Il 2021 rispetto al 2020 registra un notevole incremento della mortalità nelle fasce giovanili: bambini, giovani e adulti fino ai 44 anni. Un rilevante aumento di mortalità per tutte le cause rispetto al 2020 ha interessato anche la categoria degli adulti della fascia 55-59 anni e i grandi anziani;
- 3) Il 2022 registra una tendenza in aumento della mortalità generale, confermata dai primi mesi del 2023;
- 4) Il particolare andamento dei decessi in eccesso osservato nel 2021 e nel 2022, lineare e in progressivo aumento e l’esame dei dati internazionali portano ad escludere l’impatto di fenomeni stagionali, quali l’influenza, il freddo o il caldo e, dunque, smentisce le recenti affermazioni di ISTAT del “Report statistiche – Indicatori demografici del 2022”;
- 5) Il raffronto tra l’Italia e gli altri Paesi UE ed extra UE consente, poi, di archiviare la tesi in base alla quale gli eccessi di mortalità negli anziani e nei fragili debbano essere imputati al mancato o non corretto funzionamento delle strutture sanitarie italiane, essendo un fenomeno che riguarda indistintamente Stati che godono tutti di una buona assistenza sanitaria; è stata richiesta la pubblicazione dei dati relativi alla mortalità generale con distinzione tra vaccinati e non vaccinati, cause di morte, sesso e fasce di età e l’eliminazione della pratica distorsiva di classificare come “non vaccinati” i soggetti deceduti nei 14 giorni successivi a ciascuna inoculazione (il ragionamento fatto è “il vaccino ancora non aveva fatto effetto”, sic).