Quando la sinistra è al governo, si indigna per ciò che dice ci sta all’opposizione. Quando la sinistra è all’opposizione, si indigna per ciò che dice chi sta al governo. In pratica si indigna sempre, ma con la differenza che, quando è all’opposizione, ciò è aggravato dalla astinenza dal potere.
Ecco quindi le dichiarazioni indignate di Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, in merito alle affermazioni di Giorgia Meloni di qualche giorno fa a un comizio in vista dei ballottaggi delle amministrative a Catania.
- “Definire le tasse pizzo di Stato è un’affermazione grave che legittima l’evasione e ancor più grave perché associa l’attività dello Stato a quella mafiosa. Parole inaccettabili”.
Guerra, che è anche professoressa di Scienza delle Finanze, di tasse se ne intende, tecnicamente parlando. Assimilare le tasse al pizzo può essere considerato inaccettabile in ottica statalista. Io mi limito a osservare che è poco credibile che un’affermazione del genere sia fatta da chi il potere di imposizione fiscale lo sta pro tempore esercitando e, anche se desse seguito ai propositi elettorali, ridurrebbe il “pizzo di Stato” in modo poco percettibile.
E va da sé che se il pizzo è considerato illegittimo, come in effetti è, allora si dovrebbe avere come obiettivo l’azzeramento di qualcosa che al pizzo si assimila. Ma questo vorrebbe dire azzerare lo Stato, cosa non credibile detta da qualsiasi governante, a maggior ragione se di tradizione statalista come l’attuale inquilina di palazzo Chigi.
Ciò detto, chi si indigna dovrebbe però fare una analisi comparata dei due fenomeni, prescindendo dalle intenzioni di chi impone le tasse o il pizzo.
In entrambi i casi si tratta di somme di denaro che il pagatore è costretto a versare dietro minaccia dell’uso della violenza, a fronte di servizi che non ha richiesto e di cui non sempre beneficia. La differenza è che in un caso si tratta di una imposizione illegale, mentre nell’altro è legale perché lo Stato detiene il monopolio legale dell’uso della violenza.
Ma la minaccia dell’uso della violenza rappresenta in entrambi i casi una violazione del principio di non aggressione. Pertanto si tratta di attività illegittime. Da questo punto di vista credo restino sempre attuali e illuminanti le parole scritte nel 1867 da Lysander Spooner:
- “E’ vero che secondo la teoria della nostra Costituzione, tutte le tasse vengono pagate volontariamente e che il nostro Stato è una compagnia di mutua assicurazione, alla quale le persone aderiscono volontariamente. Ma questa teoria del nostro sistema di governo è del tutto differente da quel che si verifica in pratica. Il fatto è che lo Stato, come un bandito di strada, intima alle persone “o la borsa o la vita”. E molte se non tutte le tasse vengono pagate sotto il peso di questa minaccia. Lo Stato, in effetti, non tende un agguato a un uomo in un luogo solitario, balzando dal ciglio della strada, per puntargli la pistola alla tempia e svuotargli le tasche. Ma non per questo la rapina cessa di essere una rapina a tutti gli effetti, anzi, è ben più codarda e vergognosa. Il bandito di strada assume su di sé tutta la responsabilità, il pericolo e la criminalità del suo atto. Egli non pretende di avere un giusto titolo al vostro denaro, né di volerlo usare a vostro beneficio. Non pretende di essere altro che un rapinatore. Non è tanto impudente da affermare di essere semplicemente un “protettore” e di prendere il denaro dei passanti contro la loro volontà solo per essere in grado di “proteggere” quei viaggiatori che si illudono di essere perfettamente capaci dì difendersi da soli o che non apprezzano il suo peculiare sistema di protezione. Il ladro si limita a rapinarvi: non cerca di rendervi il suo zimbello e il suo schiavo, come fa lo Stato ogni qualvolta vi obbliga a fare qualcosa dicendo che è per il vostro bene, ergendosi ad arbitro morale delle vostre vite.“
E Spooner scriveva oltre 150 anni fa. La rapina, nel frattempo, si è radicata, perfezionata , intensificata. Ma il peggio è che la gente l’ha accettata.