di MATTEO CORSINI
La notizia mi era sfuggita, ma mi sono poi imbattuto in uno spot pubblicitario trasmesso da Rai Uno durante l’intervallo della finale di Europa League, nel quale diversi attori italiani invitavano tutti quanti ad andare al cinema durante l’estate alla modica cifra di 3,5 euro a biglietto, perché il resto lo avrebbe messo il ministero della Cultura.
E in effetti alcune settimane prima il ministro Gennaro Sangiuliano e la sottosegretaria Lucia Borgonzoni avevano parlato di un “investimento” di 20 milioni di euro in tal senso.
Affermava Borgonzoni: “Siamo impegnati affinché il cinema, in tutte le sue componenti, possa andare avanti. Abbiamo sicuramente una parte che è più in sofferenza, ed è quella delle sale cinematografiche. Infatti, questa estate dedicheremo un investimento da 20 milioni di euro per promuovere il cinema in sala. Dal 16 giugno al 16 settembre, tutti i film italiani ed europei saranno a 3,50 euro: il resto lo mettiamo noi.”
Interessante notare un paio di cose. In primo luogo, un chiaro esempio di spesa corrente è spacciato per investimento. In secondo luogo, la formula “il resto lo mettiamo noi”. Formalmente il resto lo metterà effettivamente il Ministero, ma le risorse da dove arrivano? Come per tutti i casi di spesa pubblica, derivano da tasse, siano esse passate, presenti o future.
Quindi da un punto di vista sostanziale, come sempre, ci saranno consumatori di tasse, ossia coloro che pagheranno il biglietto la metà dell’ordinario, e pagatori di tasse, ossia coloro che, volenti o nolenti, finanzieranno quei 20 milioni.
Notevole anche questa riflessione, se così vogliamo definirla, di Borgonzoni:
“Tutti quelli che sono stati piccoli negli anni Ottanta non possono che amare il cinema, perché quello è stato un momento di grandi film, italiani o stranieri. Nella mia vita, i film sono così importanti che ho scelto di fare l’istituto tecnico aeronautico alle superiori per “Top Gun”.”
Avendo un paio d’anni in più della sottosegretaria, suppongo di rientrare a pieno titolo tra coloro che “non possono che amare il cinema”. A dire il vero non è così, ma, anche se lo fosse, non vorrei certo usare i soldi delle tasse (anche) altrui per andare al cinema.
D’altra parte, quando vidi Top Gun (in VHS), invece di correre a iscrivermi all'”istituto tecnico aeronautico” notai per lo più due cose: la bella Porsche 356 cabrio che guidava Kelly McGillis e il fatto che Tom Cruise e i suoi commilitoni avevano evidentemente una pelle diversa da quella di tutti gli altri, dato che neppure un granello di sabbia rimaneva loro appiccicata mentre giocavano a beach volley sotto il sole cocente.