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L’illusione del Berlusconismo e lo Stato

Da leggere

di ALFREDO MOROSETTI

Una considerazione sulla politica, per quello che serve. Quando Berlusconi entrò in politica, lo fece in modo molto naif. Come uomo di marketing aveva prima fiutato con acume e poi saggiato con i mezzi adatti le possibilità di successo. E il successo fu appunto straordinario. Ma confuse il consenso con il potere.

Suppose che a tanto consenso corrispondesse anche la possibilità di decidere e agire in conformità ad esso. Non conosceva la vera natura del sistema di potere che definisce uno stato, la cui vera espressione è essere imbattibile, cioè incoercibile dall’interno.

Un sistema di potere può smettere di definire l’ordine politico delle cose solo se viene disintegrato da un processo rivoluzionario o da una guerra. E anche in questo caso, alla lunga, finisce per condizionare le scelte di fondo del nuovo regime. Vedi in merito, la rivoluzione francese, la rivoluzione russa, la rivoluzione cinese, nelle quali il regime bonapartista fu la realizzazione dispiegata del sogno di ogni monarca assolutista francese, lo stalinismo fu lo zarismo delle origini, quello di Ivan il terribile, e la rivoluzione cinese si tradusse in un nuovo ordine imperiale di tipo confuciano. Bene Berlusconi si spezzò le corna col sistema di potere italiano, ma apprese in fretta.

Apprese quello che gli americani insegnano da sempre: if you can’t beat them, join them (se non puoi batterli, unisciti a loro).

Da quel momento fece di Forza Italia il gommone stabilizzatore a destra del regime italiano, mentre a sinistra rimaneva il doppio gommone stabilizzatore rappresentato da Pd. Da quel momento non ci fu decisione importante di regime che non ottenne il sostegno di Forza Italia, basta vedere, in ultimo, la lode del green pass.

Rispetto a lui, la Meloni ha saltato un passaggio, quello di illudersi di poter decidere qualcosa.

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2 COMMENTS

  1. No, la Meloni sa di aver bisogno del consenso rispetto a quello che va facendo… per questo, pur essendo coraggiosa, e’ sempre debole… in ciò la differenza del politico rispetto all’imprenditore! caterina

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