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Benedettini e libertà, una riflessione

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di ALFREDO MOROSETTI

Nei cosiddetti secoli bui, i monasteri benedettini rappresentarono un esempio di quanto con poco o quasi nulla si possa ottenere tutto, tutto quello che occorre per condurre una vita decente. Raramente un monastero contava più di una ventina di monaci, eppure queste comunità erano praticamente autosufficienti, erano in grado di provvedere quasi per intero ad ogni loro bisogno materiale.

In genere quello che non potevano produrre da sé, l’ottenevano attraverso lo scambio soprattutto con altri monasteri. Ma l’aspetto interessante è il fatto che la regola benedettina prevedeva solo 4 ore di lavoro al giorno, eppure esse bastavano per sfamare e vestire tutti. Come è possibile un fatto del genere? Tutto veniva fatto in modo artigianale e la terra coltivata a zappa e aratro trainato da buoi produceva grano e ortaggi sufficienti per tutti; la lana era prodotta direttamente dai greggi di pecore e filata e tessuta nel grande periodo di vita al chiuso rappresentato dai mesi invernali, intanto che quelli, che sapevano scrivere, copiavano i testi della civiltà latina.

Come spiegarci una cosa del genere, quando oggi uno schiavo di regime lavora incatenato al banco della scrivania 8/10 ore al giorno e si lamenta che quanto riceve non è sufficiente a farlo contento? Perché si trattava di gente libera.

Il grado di libertà di un individuo lo si misura dalla quantità di cose da cui dipende. Quanto più sono le cose di cui sente di poter fare a meno ed esse sono orpelli materiali, frasi fatte, invidie, rancori, week end in posti di sogno, festival di qualche cosa, centri benessere e poi ancora e ancora e ancora… tanto più sarà libero, ovvero con la mente rivolta all’essenziale. Nelle abbazie si pregava, per regola, 4 ore l giorno. Si trattava di una ritualità che scandiva le ore della giornata e dava ad essa quella necessaria disciplina che altrimenti avrebbe compromesso tutto il resto. Ma una giornata si compone di 24 ore. Le altre 16 come le passavano. Forse 6 o sette a dormire e le altre? A capire cosa vuol dire essere vivi.

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