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Spagna: catalani utili per formare governo? Mandato d’arresto per Puigdemont

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di REDAZIONE

Potrebbe esserci una svolta nelle trattative per la formazione del nuovo governo in Spagna, dopo le elezioni senza vincitore assoluto. Il procuratore della Corte suprema, che dipende dall’esecutivo, ha chiesto al giudice Llarena di spiccare un mandato d’arresto europeo per estradare e imprigionare l’ex presidente catalano in esilio Carles Puigdemont e l’eurodeputato Toni Comin. Proprio gli indipendentisti, con i loro sette seggi, potrebbero garantire la rielezione del premier uscente Pedro Sanchez.

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La sua reazione – “Un giorno sei decisivo per formare un governo spagnolo, il giorno dopo la Spagna ordina il tuo arresto”, ha reagito su Twitter Puigdemont facendo riferimento, appunto, ai risultati del suo partito politico, Junts per Catalunya, alle elezioni spagnole. I sette seggi degli indipendentisti catalani possono infatti essere decisivi per la riconferma di Sanchez: solo con il loro apporto i socialisti, insieme a Sumar e ai radicali baschi, possono passare la fatidica soglia dei 176 seggi necessaria per la maggioranza assoluta al Congresso dei deputati. Polemico anche il tweet di Aleix Sarri i Camargo, l’assistente di Puigdemont: “Questo è il vero dialogo di Pedro Sanchez”.

L’origine della richiesta – Puigdemont, anche lui eurodeputato come Comin, è stato protagonista di un tentativo secessionista nel 2017 e da allora è ricercato dalla giustizia iberica. I reati contestati sono “disubbidienza” e “malversazione aggravata”. La richiesta del pm arriva dopo che, a inizio luglio, il tribunale dell’Unione europea ha confermato la revoca dell’immunità parlamentare di cui Puigdemont godeva, assecondando una richiesta del giudice responsabile della causa per cui il politico è imputato. Finora l’ex leader catalano è riuscito a evitare l’azione della giustizia spagnola rimanendo sempre all’estero, principalmente in Belgio. E proprio l’eventuale predisposizione della giustizia belga ad autorizzarne l’estradizione è al momento una delle principali incognite del caso.

Le condizioni per l’accordo socialisti-catalani – Nelle scorse ore, gli indipendentisti di Junts avevano dettato le condizioni per un eventuale accordo con i socialisti. Come spiegato dal segretario generale del partito, Jordi Trull, non ci sarà alcun appoggio a Sanchez senza “amnistia e autodeterminazione della Catalogna”. Il movimento per l’indipendenza “non può sprecare una situazione come questa” e deve approfittare “della finestra d’opportunità” creata dal risultato delle elezioni, restando però “fedele agli impegni presi nei confronti della cittadinanza” catalana.

Una strada poco percorribile – Per Sanchez sarebbe tuttavia problematico acconsentire a un futuro referendum per l’indipendenza della Catalogna: il prezzo politico da pagare sarebbe infatti troppo alto, con il Partito Popolare e Vox pronti a raccogliere i voti degli scontenti. E ora la richiesta del mandato di arresto per Puigdemont complica ancora di più la situazione. Il ritorno alle urne è sempre più vicino.

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