di PIETRO AGRIESTI
Nel linguaggio politico dei media italiani non esiste distinzione tra un partito nazional socialista, neonazista o neofascista e un partico ultra liberista, anti statalista, e libertario. Tutti vengono chiamati “estrema destra”.
Nonostante i primi siano partiti anticapitalisti, statalisti fino al totalitarismo, centralisti, dirigisti, per l’irreggimentazione politica della società, ultra protezionisti, iper collettivisti, contrari ai diritti individuali e al libero mercato, per la fusione stato società, militaristi e aggressivi in politica estera, e i secondi siano ferocemente anti statalisti, anti politici, per la liberazione della società dall’irreggimentazione politica, contro le tasse, contro la burocrazia, contro il protezionismo, contro il corporativismo, per i diritti individuali e il libero mercato, anti imperialisti.
Nel linguaggio dei media italiani queste enormi, irriducibili, totali, assolute differenze, non esistono. Per cui per dire Casa Pound, Forza Nuova, Msi e movimento libertario o Liberisti italiani sarebbero la stessa cosa. Allo stesso modo, come sui media non esistono differenze tra chi si ispira a Mises, autore con Omnipotent Government del libro più antifascista che abbia mai letto in vita mia, e chi si ispira a Hitler, totalmente e completamente anticapitalista e antitetico a Mises come ha dimostrato in modo definitivo Zitelmann, così non esistono somiglianze tra nazional socialisti, fascisti, ed estrema sinistra.
Non importa che da Lenin, a Stalin, a Mao, passando per Castro e Chavez, anche l’estrema sinistra condivida con l’estrema destra gran parte di quanto scritto sopra: anticapitalismo, statalismo fino al totalitarismo, centralismo, dirigismo, irreggimentazione politica della società, protezionismo, iper collettivismo, contrarietà ai diritti individuali e al libero mercato, e la fusione stato società.
Tutto ciò che rende gli opposti estremismi simili non esiste, così come tutto ciò che distingue l’estrema destra dall’anarco capitalismo.
In questa menzogna, si situa il racconto mediatico su Javier Miei, che con oltre il 32% di consensi ha vinto le primarie per le presidenziali in Argentina. Ebbene, spero vinca, usi la motosega, incendi la banca centrale, prenda letteralmente a calci in culo la casta, liberalizzi tutto come un pazzo, e seppellisca sotto una colata di cemento tutti gli statalismi di destra e di sinistra, dimostrando l’impotenza dei media con le loro stronzate.
Il problema, professor Agriesti, a mio avviso è di ordine semantico. Noi stessi sbagliamo a definire di destra i fascismi, i nazionalismi, i corporativismi e quant’altro. Se il partito di Hitler si chiamava nazionalsocialista, occorre collocarlo a sinistra come tutti i socialismi nelle loro diverse varianti. Solo allora il liberalismo potrà essere posto a destra in quanto diametralmente opposto a ogni forma di socialismo. Comunismo e fascismo non sono opposti estremismi ma variazioni sul tema del denominatore comune statalista. Paradossalmente i fascismi, concedendo un simulacro di proprietà privata nei loro ordinamenti, finiscono per trovarsi in mezzo alle due concezioni economiche autenticamente opposte: il comunismo e il liberalismo. In sostanza il fascista è di centro e non lo sa! Qualche volta sembra volersene accorgere quando parla di terza via ma poi occupa abusivamente gli scranni dell’emiciclo destro. O forse destra e sinistra sono un problema interno al mondo hegeliano. I liberali, quelli veri che credono nella libertà completa, con Hegel non hanno alcuna assonanza.