di MATTEO CORSINI
Uno dei temi principali della campagna elettorale per le elezioni anticipate in Olanda è stato il rialzo dei prezzi degli immobili registratosi negli ultimi anni. Rialzo che ha reso più problematico l’acquisto (o anche l’affitto) di una casa per un numero crescente di olandesi.
E chi è responsabile di tutto questo? Guarda caso, il mercato. Secondo Marjia Elsinga, docente di Housing Institutions e Governance alla Facoltà di Architettura dell’Università tecnica di Delft, c’è da anni “una penuria di case“, che origina “dalla finanziarizzazione del mercato immobiliare. L’Olanda era un Paese con politiche abitative attente alla qualità e alla sostenibilità dei costi delle case, ma dagli anni 90 si è affermata l’idea che non bisognasse disturbare il mercato. Si è pertanto creato lentamente quel fenomeno che vediamo in tutta Europa: più finanziamenti, mutui più alti, prezzi che salgono più dei redditi.”
E suppongo che sia colpa del mercato anche se chi ha legiferato ha imposto limiti alle costruzioni di nuove case. Così come nella voce “colpa del mercato” evidentemente sono ricompresi gli effetti delle politiche monetarie ultraespansive della BCE per quasi tre lustri, che in Olanda e in altri Paesi del nordeuropei ha portato a un aumento significativo dei prezzi degli immobili.
In sostanza, un mix di contenimento forzato dell’offerta associato a un incremento della quantità di moneta. Due fenomeni in realtà esogeni al mercato, ma che hanno inevitabilmente generato un aumento dei prezzi, come dovrebbe insegnare il buon senso prima ancora che un corso di base di economia.
Il mercato non fa altro che generare prezzi derivanti da scambi volontari posti in essere da chi offre e chi domanda beni o servizi. Legislazione e politica monetaria non sono neutrali e, per quanto abbiano effetti non desiderati, non si può dire che non disturbino il mercato.
Come sarebbe “non si può dire che legislazione e politica non disturbino il mercato”? I babbei e i disonesti lo dicono e lo ripetono quotidianamente (negli anni bisestili anche un giorno di più). E il guaio è che noi libertari dobbiamo voltairianamente difendere il loro diritto di dirlo. Che poi loro lo dicano tralasciando il fatto che sugli immobili gravino balzelli come l’imposta sul valore aggiunto relativo alle vendite, non ha nei loro occhi molta importanza. Non so nel Niederland quale sia la legislazione fiscale in merito alle imposte permanenti sulle proprietà immobiliari e fondiarie ma se è simile all’Italia i soggetti antimercato hanno bisogno più di Freud che di Keynes. Ovviamente ne avrebbero bisogno comunque, anche se in Olanda dovesse esserci un regime tributario più mite.