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Tajani e Gasparri: i “keynesiani all’amatriciana” alzano la voce

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di MATTEO CORSINI

Gli inviti un po’ sguaiati alla BCE affinché abbassi i tassi di interesse provenienti da esponenti di governo e parlamento (tanto dalla maggioranza quanto dall’opposizione) si stanno intensificando, soprattutto da quando a favore di una svolta in tal senso si è espresso il governatore della Banca d’Italia. Inviti che, tra l’altro, giungono anche da industriali e banchieri. In realtà Panetta non ha detto che andrebbero tagliati proprio domattina, ma tant’è.
Ecco quindi che Antonio Tajani, ministro degli Esteri ma anche capo pro tempore di Forza Italia dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, afferma che “i tassi di interesse devono assolutamente essere abbassati dalla Bce. Tassi altri rischiano di creare solo problemi all’economia reale. Abbiamo accolto positivamente le parole di Panetta e del presidente nell’Abi, che vanno nella direzione da sempre auspicata da Forza Italia. Era sbagliato alzarli, ora bisogna fare in fretta per abbassarli“.
Quindi, secondo Tajani, i tassi avrebbero dovuto restare negativi (questo sì, un vero e proprio abominio economico) nonostante prezzi al consumo in crescita a doppia cifra? E’ l’economia “reale” a soffrire, oppure lo sono solo i sovraindebitati (imprese e Stati zombie)?
A rincarare la dose ci ha pensato il collega di partito Maurizio Gasparri, che prima ha sottolineato che “i soldi che le banche prestano non si trovano per strada, sono dei cittadini”. Il che è vero solo in parte, nel senso che le banche in regime di riserva frazionaria non intermediano solo il risparmio. Posto che non andrebbe considerato tale il denaro depositato a vista. Secondo Gasparriè necessario ridurre i tassi di interesse per rendere più accessibile il credito“.
Dovendo classificare queste esternazioni, le iscriverei sotto la (incommensurabile) voce “keynesiani all’amatriciana”.

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1 COMMENT

  1. Tajani e Gasparri sono la quintessenza della banalità, esprimono concetti con parole da bambini delle elementari. Sono i Bouvard e Pécuchet della politica italiana, anche se leggessero tutta la biblioteca nazionale, non migliorerebbero di un acca il loro frasario. Definirli “keynesiani” è un complimento, forse il sodomita inglese l’avranno anche letto, ma di sicuro non l’hanno capito.

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