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Anch’io ho commesso un errore, non avevo capito nulla

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di PIERGIORGIO MOLINARI

“Anch’io ho commesso un errore”, diceva l’ispettore Rock nella pubblicità della Brillantina Linetti.

Quando quattro anni fa misero in scena il Covid mi sentii superiore, perché a differenza della massa compresi ben presto che era una tragica farsa e che loro, gli altri, erano una manica di imbecilli o di complici (talvolta entrambe le cose). Sciocco presuntuoso: adesso anch’io devo ammettere di aver commesso un errore.

Educato ai classici e ai più nobili valori, miscelati a robuste dosi di umanesimo e di eroici furori, per buona parte della mia esistenza ho creduto che una delle differenze fondamentali della nostra civiltà rispetto alle altre fosse il valore attribuito alla vita. Nonostante due guerre mondiali, il nazismo, e innumerevoli pozze di sangue sparse qua e là per la storia e il mappamondo, credevo davvero che la sacralità della vita, intesa come un bene primario individuale al pari della libertà, fosse una concezione radicata nella nostra cultura. A differenza dei barbari slavi, dei selvaggi africani e dei crudeli orientali, nonché dei fanatici maomettani, per i quali invece il valore della vita si è sempre misurato un tanto alla tonnellata (di carne), mi illudevo che considerare preziosa – almeno in teoria – ogni singola vita fosse davvero un tratto caratteristico e unico del nostro modo di concepire il consorzio umano.

Invece devo ammettere che non avevo capito nulla, e che mi sono sempre lasciato prendere in giro. I responsabili della morte di decine di migliaia di disgraziati (forse centinaia di migliaia) per “tachipirina e vigile attesa” prima e di vaccini fasulli poi, che sorridono e pontificano felici, contenti e impuniti; il massacro di centinaia di migliaia ucraini e russi mentre dagli spalti UE e USA fanno il tifo come a una partita di calcio; e le Ursule che ormai auspicano con esplicita disinvoltura la guerra in Europa, dimostrano invece che il valore della vita umana nella nostra società è di diversi ordini inferiore a quello della merda. E quando i gruppi di potere dimostrano di apprezzarla in tali termini, significa inevitabilmente che stanno per tirare lo sciacquone.

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