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L’applicazione del principio di non aggressione è il diritto di non pagare alcunché al Fisco

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di MATTEO CORSINI

Quando l’argomento di discussione è l’evasione fiscale, si può stare certi di sentire equiparare l’evasione al furto. Il furto è una violazione del principio di non aggressione, nello specifico del diritto di proprietà altrui. Tipicamente il furto avviene senza che il derubato sia presente e/o consapevole, altrimenti si tratta di rapina o estorsione.
Supponendo che la base imponibile sulla quale l’evasore non paga l’imposta sia stata da costui prodotta o acquisita legittimamente, quindi senza violare a sua volta il principio di non aggressione, il non pagare l’imposta equivale a proteggere qualcosa di sua legittima proprietà, pur a rischio di essere sottoposto ad azione coercitiva da parte del fisco. Se così stanno le cose, perché l’evasore fiscale è considerato un ladro?
L’argomentazione più utilizzata fa riferimento al fatto che imposte e tasse finanziano servizi pubblici dei quali anche l’evasore fruisce, quindi non pagando quanto preteso dal fisco ruba tali servizi. In realtà, mentre le tasse finanziano la fruizione di un servizio specifico, nel caso delle imposte chi paga non necessariamente fruisce dei servizi finanziati con il proprio gettito.
Peraltro anche nel caso delle tasse la logica di determinazione della pretesa fiscale non sempre dà luogo a una proporzionalità tra servizio fornito e pagamento di tale servizio. Per esempio, se per la raccolta dei rifiuti il pagamento richiesto si basa non sulla quantità di rifiuti prodotti, bensì sulle dimensioni dell’immobile di residenza, è evidente che una persona che vive da single in una casa da 300 metri quadrati finirà per pagare molto di più di una famiglia di 5 persone che vive in 50 metri quadrati, pur producendo ragionevolmente molti meno rifiuti (a spanne, un quinto).
Per di più, anche nel caso delle tasse si tratta di servizi che non necessariamente il soggetto tassato richiederebbe all’ente erogatore/tassatore, potendo scegliere.
Pare però che, per i fautori dell’equiparazione tra evasione e furto, conti il mero fatto di sottrarsi, in tutto o in parte, al pagamento di quanto preteso dal fisco. Il tutto perché si violano i dettami di una o più norme di legge, nonché i doveri previsti dal testo sacro di ogni cittadino modello, ossia la costituzione. Con buona pace di chi la pensa come Lysander Spooner, che osservava, tra le altre cose, che un testo dovrebbe essere vincolante solo per chi lo sottoscrive.
L’applicazione del principio di non aggressione dovrebbe prevedere il diritto di non pagare alcunché al fisco, a fronte ovviamente della non fruizione di servizi pubblici. Situazione teoricamente ideale, ma praticamente irrealistica, dato che alcuni servizio sono a loro volta forniti in monopolio da soggetti pubblici, per di più anche se non richiesti. A mio parere sarebbe quindi opportuno, come second best, valutare i singoli casi calcolando se si è in presenza di un pagatore netto o di un consumatore netto di imposte e tasse, partendo dal presupposto che un soggetto può essere evasore totale di talune imposte dirette, ma è assai improbabile che non paghi nessuna imposta o tassa.
Semplificando, se un individuo a cui il fisco complessivamente chiedesse di pagare 100 pagasse 50 e fruisse di servizi pubblici per 40, costui sarebbe un pagatore netto di imposte e tasse per 10. Viceversa, se quello stesso individuo pagasse 100 e fruisse di servizi per 110, sarebbe un consumatore netto di imposte e tasse per 10. Tuttavia, per i fautori della lotta all’evasione il primo sarebbe un ladro (per 50), il secondo sarebbe un cittadino modello.
Ma se si considera ladro chi è pagatore netto di imposte e tasse per il semplice fatto che non paga tutto quanto preteso dal fisco, in sostanza si ritiene che la base imponibile sia legittimamente di proprietà dell’ente impositore, che, bontà sua, ne lascia una parte al pagatore di imposte e tasse.
Solitamente quando la discussione arriva a questo punto i “lottatori” affermano che si tratta di scenari assurdi e che non succederebbe mai nulla del genere. Così dimostrando al tempo stesso di non conoscere la differenza tra un evento poco probabile e uno impossibile, oltre che di non cogliere il buco nella infrastruttura logica basata sul concetto di legalità invece che di legittimità.
Ahimè, queste persone sono una netta maggioranza.

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